Truffe a piramide di Bitcoin e criptovalute, scoperte 2 bande, 8 denunce

Lunedì 15 Novembre 2021
Truffe a piramide di Bitcoin e criptovalute, scoperte 2 bande, 8 denunce
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TRENTO - La Guardia di Finanza di Trento ha denunciato 8 persone, componenti del sodalizio criminoso operativo in Trentino Alto Adige che ha realizzato una truffa piramidale in criptovaluta, per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, abusivismo finanziario, illecita raccolta del risparmio, falso in bilancio e bancarotta fraudolenta.

L'uomo trentino a «capo» dell'organizzazione è stato sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere.

Le indagini sono scaturite dall'analisi ed approfondimento di oltre cento segnalazioni di operazioni sospette e sono state sviluppate anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali. Ideatore dell'organizzazione dedita alla truffa piramidale in criptovaluta un cinquantasettenne imprenditore di Aldeno (TN), amministratore di diritto o di fatto (tramite teste di legno) di un consorzio mondiale di società operanti nel settore finanziario, con sedi in vari Paesi fra i quali l'Italia, la Slovacchia, il Lussemburgo, il Regno Unito e le Isole Vergini Britanniche. Cuore di tale rete societaria internazionale sono stati gli uffici operativi di Trento, al quale facevano riferimento altri 7 indagati: un lodigiano, 4 aquilani, un pescarese ed un professionista milanese operativo a Bratislava, che rappresentavano l'entourage societario con filiali a Milano, Montefiascone (Viterbo) e Scurcola Marsicana (L'Aquila).

Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno rivolto la propria attenzione in particolare ad una Srl con sede legale a Milano, ma operativa a Trento, che a partire dal 2016 ha raccolto da oltre 1.000 investitori residenti in tutta Italia (n. 227 in Trentino Alto Adige, n. 76 nel Lazio, n. 58 in Lombardia, n. 57 in Toscana, n. 43 in Veneto, n. 38 in Piemonte, n. 35 in Emilia Romagna, n. 31 in Abruzzo, n. 144 tra Friuli, Liguria, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) ma anche che all'estero (n. 380 tra Svizzera, Austria e Germania), oltre 2 milioni e 200mila euro, proponendo loro un finto progetto finanziario consistente nel «minare» una criptovaluta attraverso l'acquisto di server utili alla coniazione della criptomoneta (c.d. mining). 

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