Trevigiano in Giappone scappa da casa:
«Voglio garantire la salute ai miei figli»

Mercoledì 16 Marzo 2011 di Mauro Favaro
Andrea Mardegan, la moglie e la loro casa in Giappone (da yanello.blogspot.com)
TREVISO - In fuga dal rischio di un disastro nucleare. In questi giorni sono costretti a vivere cos decine di migliaia di cittadini che si trovano in Giappone. Tra loro c'è anche Andrea Mardegan, direttore artistico 35enne, figlio dell'ex sindaco di Paese (Treviso), che ormai da sei anni vive a Moriya, dove ha messo su famiglia. La sua casa, nella prefettura di Ibaraki, a una ventina di chilometri da Tokyo, non ha subito grossi danni dal terremoto, ma si trova a poco più di 200 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima che, con i suoi reattori andati in tilt, sta tenendo il mondo con il fiato sospeso. «Vedendo le notizie in tv poco chiare sull'effettiva pericolosità dei reattori ho deciso di usare il resto della benzina per portare la famiglia in stazione a prendere il treno - scrive Mardegan nel suo blog - l'ultimo prima del black out».



In fuga, da un livello di radioattività sempre più alto, verso il sud del Giappone: nella prefettura di Kansai, prima, e a Osaka poi, dove la famiglia verrà ospitata da amici in attesa di capire l'evolvesi dell'emergenza nucleare a circa 800 chilometri dall'area evacuata, ora senza anima viva, attorno alla centrale. «Affido la casa e tutte le mie cose alla divina provvidenza - continua Andrea - intanto spero di poter garantire la salute dei miei bambini». Entrambi molto piccoli, uno di un anno e mezzo e l'altro di tre anni. Il timore, insomma, è che il governo e le televisioni non dicano tutta la verità sulla situazione dei reattori di Fukushima. E le scosse di assestamento, ieri ce n’è stata un’altra di 6.4 gradi della scala Richter, assieme alle notizie che rimbalzano dalle agenzie nucleari di altri Paesi, non fanno che aumentare la paura, assieme alle poche, drammatiche certezze.



Una per tutte: ieri sera (ora italiana) a Chiba, ben più a sud di Ibaraki e quasi sulla stessa linea di Tokyo, il livello delle radiazioni erano 10 volte superiore al normale. «L'abbiamo invitato a tornare in Italia, ma lì ormai ha la sua vita, la sua famiglia e il suo lavoro -spiega il padre, Valerio Mardegan -. Sappiamo che le autorità hanno invitato chi può a lasciare il Giappone, vedremo se e fino a che punto la situazione rischia di degenerare». Anche se le comunicazioni restano parecchio complicate e solo internet, quando c'è la possibilità di accesso, riesce a metterci una pezza. «Oggi ho sentito Andrea solo attraverso un sms» aggiunge l'ex sindaco. Poco distante da Osaka, comunque, c'è il grande aeroporto internazionale di Kansai. Per fuggire ancora più lontano dal rischio di un’apocalisse dai contorni sempre più inquietanti.
Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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