Il suo nome in codice è MJ5. Ma per tutti, e soprattutto tutte, è "il Boss". L'orso che non deve chiedere mai, per 18 anni nei boschi del Trentino è stato un dongiovanni con le femmine e un predatore con gli asini, ma sostanzialmente innocuo con gli umani, finché lo scorso 5 marzo in Val di Sole ha aggredito a un braccio e alla testa un escursionista che stava percorrendo un sentiero con il suo cane, tanto che cinque giorni dopo il presidente Maurizio Fugatti ha annunciato: «Invieremo nelle prossime ore ad Ispra la richiesta di abbattimento, così come prevede la norma». È per protestare contro questa «condanna a morte» che oggi gli animalisti arriveranno a Trento, prevedibilmente da tutto il Nordest, in occasione della seduta del Consiglio provinciale, istituzione attorno a cui è previsto un cordone di sicurezza.
Life Ursus
Secondo più anziano del Trentino, il plantigrado è figlio di Maya e Joze, due dei primi dieci esemplari provenienti dalla Slovenia e reintrodotti in Italia fra il 1999 e il 2002, nell'ambito del progetto "Life Ursus" che puntava al ripopolamento della specie nelle Alpi Centrali. «Dai dati in possesso del servizio Fauna della Provincia ha riferito l'ente MJ5 dal 2005 al 2022 ha frequentato buona parte del Trentino occidentale, spingendosi occasionalmente sul territorio della provincia di Bolzano, stanziando soprattutto nell'ambito del Brenta meridionale».
Brambilla e Sgarbi
Insomma, al momento è muro contro muro, malgrado gli appelli contro l'uccisione arrivati anche dal centrodestra, come quelli della deputata Maria Vittoria Brambilla e del sottosegretario Vittorio Sgarbi. Per questo oggi alle 14.30 gli attivisti «provenienti da varie regioni» si raduneranno davanti al Palazzo Provinciale di Trento, per chiedere «lo stop alla gestione folcloristica e sanguinaria che la giunta Fugatti riserva ai grandi carnivori». Fronte Animalista, Avi, Meta Milano e Leal, cioè l'ala radicale dell'associazionismo di settore, non si accontenteranno dell'eventuale impegno a non eliminare MJ5: «In attesa che la Provincia educhi residenti e turisti ad un escursionismo consapevole, con o senza cani al seguito, e che metta in sicurezza animali e rifiuti urbani, chiediamo che l'orso non venga ucciso, ma neppure catturato per essere radiocollarato o costretto in prigionia». Secondo l'ultimo monitoraggio condotto dalla Provincia, nel 2021 in Trentino sono stati rilevati una dozzina di nuovi cuccioli, che a fronte di cinque decessi accertati, aggiornano a 69 il numero degli esemplari in circolazione.
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