Mobilitazione per "il Boss", dongiovanni e predatore delle foreste. «L'orso MJ5 non va ucciso»

Martedì 28 Marzo 2023 di Angela Pederiva
Foto di Pixabay

Il suo nome in codice è MJ5. Ma per tutti, e soprattutto tutte, è "il Boss". L'orso che non deve chiedere mai, per 18 anni nei boschi del Trentino è stato un dongiovanni con le femmine e un predatore con gli asini, ma sostanzialmente innocuo con gli umani, finché lo scorso 5 marzo in Val di Sole ha aggredito a un braccio e alla testa un escursionista che stava percorrendo un sentiero con il suo cane, tanto che cinque giorni dopo il presidente Maurizio Fugatti ha annunciato: «Invieremo nelle prossime ore ad Ispra la richiesta di abbattimento, così come prevede la norma». È per protestare contro questa «condanna a morte» che oggi gli animalisti arriveranno a Trento, prevedibilmente da tutto il Nordest, in occasione della seduta del Consiglio provinciale, istituzione attorno a cui è previsto un cordone di sicurezza.


Life Ursus


Secondo più anziano del Trentino, il plantigrado è figlio di Maya e Joze, due dei primi dieci esemplari provenienti dalla Slovenia e reintrodotti in Italia fra il 1999 e il 2002, nell'ambito del progetto "Life Ursus" che puntava al ripopolamento della specie nelle Alpi Centrali. «Dai dati in possesso del servizio Fauna della Provincia ha riferito l'ente MJ5 dal 2005 al 2022 ha frequentato buona parte del Trentino occidentale, spingendosi occasionalmente sul territorio della provincia di Bolzano, stanziando soprattutto nell'ambito del Brenta meridionale».

Nel corso del tempo, l'annuale "Rapporto orso" ha dato conto dei suoi spostamenti e dei suoi accoppiamenti, ma anche delle sue predazioni: 7 danneggiamenti nel 2016, 9 nel 2017, 11 nel 2019. Poi il silenzio, fino all'incontro-scontro con il 39enne Alessandro Cicolini, fratello di Lorenzo che è il sindaco di Rabbi, finito all'ospedale di Cles. Una volta avuta prova della sua identità, grazie all'esame del Dna svolto dalla Fondazione Edmund Mach, il presidente Fugatti ha annunciato la linea dura nei confronti del "Boss": «Ho già avuto un'interlocuzione con il ministro Gilberto Pichetto Fratin, per informarlo dell'esito delle analisi genetiche e delle decisioni della Provincia». Da allora la procedura è in corso, con annesse polemiche. Per esempio l'Organizzazione internazionale protezione animali ha effettuato l'accesso agli atti all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il quale ha risposto di non aver ricevuto «alcuna richiesta di parere» e quindi di non aver «prodotto alcun parere». A quel punto Massimo Comparotto, presidente dell'Oipa, ha invitato la Provincia «invece di lavorare per l'abbattimento di MJ5, ad avviare finalmente iniziative per una serena convivenza tra uomo e animali selvatici». Peraltro l'istituzione, confermando di non aver ancora «acquisito alcun parere di Ispra finalizzato alla rimozione dell'orso MJ5», ha fatto comunque presente che «la cattura finalizzata alla sola radiocollarizzazione per il monitoraggio di esemplari problematici non necessita di ulteriori autorizzazioni rispetto a quella già in vigore per tale scopo».

Brambilla e Sgarbi


Insomma, al momento è muro contro muro, malgrado gli appelli contro l'uccisione arrivati anche dal centrodestra, come quelli della deputata Maria Vittoria Brambilla e del sottosegretario Vittorio Sgarbi. Per questo oggi alle 14.30 gli attivisti «provenienti da varie regioni» si raduneranno davanti al Palazzo Provinciale di Trento, per chiedere «lo stop alla gestione folcloristica e sanguinaria che la giunta Fugatti riserva ai grandi carnivori». Fronte Animalista, Avi, Meta Milano e Leal, cioè l'ala radicale dell'associazionismo di settore, non si accontenteranno dell'eventuale impegno a non eliminare MJ5: «In attesa che la Provincia educhi residenti e turisti ad un escursionismo consapevole, con o senza cani al seguito, e che metta in sicurezza animali e rifiuti urbani, chiediamo che l'orso non venga ucciso, ma neppure catturato per essere radiocollarato o costretto in prigionia». Secondo l'ultimo monitoraggio condotto dalla Provincia, nel 2021 in Trentino sono stati rilevati una dozzina di nuovi cuccioli, che a fronte di cinque decessi accertati, aggiornano a 69 il numero degli esemplari in circolazione.

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 09:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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