I ticket da 10 euro saranno aboliti. Piano sanità: codici bianchi meno cari

Sabato 21 Luglio 2018 di Alda Vanzan
code per ottenere l'esenzione dal ticket
4
VENEZIA - Eliminare il ticket dei 10 euro. E abbassare i ticket per i codici bianchi al pronto soccorso (25 euro fissi più le prestazioni), quelli che vengono fatti pagare ai pazienti quando non c'è una reale urgenza. È a questo che punta il nuovo Piano socio sanitario regionale (Pssr) del Veneto con valenza 2019/2013, presentato ieri mattina in consiglio regionale alla Quinta commissione di Fabrizio Boron, dagli assessori alla Sanità Luca Coletto e al Sociale Manuela Lanzarin con il direttore generale Domenico Mantoan.

Per riuscire nell'impresa di abbassare o addirittura eliminare gli odiati ticket sanitari (attualmente lo Stato impone alla Regione di introitare con i ticket la bellezza di 200 milioni di euro), la Regione dovrà incamerare più fondi, operazione che Mantoan si appresta a compiere agendo sui Fondi integrativi. Come? Obbligandoli a utilizzare le prestazioni del Servizio sanitario regionale. Un'operazione che dovrebbe anche risolvere il problema dei posti nelle case dr riposo.

TEAM MULTIPROFESSIONALI. Rispetto al precedente piano che ha riguardato gli ospedali, questo nuovo punta ai servizi sul territorio partendo dall'assunto che la popolazione è sempre più vecchia e, invecchiando, ha sempre più patologie. «Siamo vittime del nostro successo», ha detto il direttore generale dell'area Sanità e sociale, Mantoan, riferendosi al fatto che, grazie alle cure, la popolazione vive più a lungo, tanto che il Veneto ha la popolazione più anziana al mondo. Dunque, viviamo di più, ma abbiamo anche più patologie e quindi, per il Sistema sanitario, ci sono più costi per far fronte a questa di popolazione di vecchi che non muore (quasi) più per tumore, quanto per malattie neurologiche. Tradotto: demenze. Ma chi si occuperà degli anziani con più di 85 anni che, per quasi il 20%, hanno ben 5 condizioni croniche? Il nuovo Piano suddivide le cronicità in due categorie: quelle semplici e quelle complesse. I malati cronici semplici continueranno a rivolgersi al medico di base. I malati cronici complessi - e stiamo parlando di 250mila persone in più all'anno - non andranno più dal medico di famiglia, ma si rivolgeranno a un team multiprofessionale di assistenza primaria. In questa nuova organizzazione saranno centrali i distretti che resteranno nel numero di 26 («La dimensione ottimale», ha detto Mantoan, spiegando che equivalgono alle 31 vecchie Ulss del 1978). E in questa nuova organizzazione, il direttore del distretto averà un ruolo fondamentale, praticamente da manager. Occhio: i team multiprofessionali potranno essere formati da medici convenzionati, da medici dipendenti del Sistema sanitario regionale oppure da soggetti privati accreditati. E l'anziano a chi potrà rivolgersi? «Libera scelta dell'assistito», hanno spiegato i funzionari: ognuno si sceglierà il team che preferisce.
La «libera scelta» riguarderà tutte le cure primarie. Oggi il medico di medicina generale - il cosiddetto medico di base o di famiglia - opera in regime di convenzione, cioè prende un tot dalla Regione per ogni assistito. Con il nuovo piano il paziente potrà scegliere tra il medico convenzionato, il medico accreditato (quello che viene pagato dalla Regione a seconda di quando lavoro/prestazioni svolge) o il medico dipendente della Regione. Chiaro che alla Regione, da un punto di vista prettamente economico, conviene il regime degli accreditamenti (in base al principio per cui ti pago se lavori). Tant'è, l'idea è che solo i pediatri di libera scelta divengano dipendenti regionali.

CASE DI RIPOSO. L'altra novità del Piano riguarda le case di riposo e prevede il passaggio dalle impegnative (che oggi sono personali, cioè l'anziano con l'impegnativa, ossia con la quota sanitaria che varia da 49 a 56 euro pagata dalla Regione, può scegliere in quale casa di riposo andare) al budget. Significa che se oggi ci sono 23mila impegnative ma gli anziani non autosufficienti sono di più, la parte eccedente non ha la quota sanitaria pagata dalla Regione e quindi deve pagarsi per intero la retta; con i budget, invece, tutte le richieste dovrebbero essere soddisfatte e sarà la Regione a stabilire in quale casa di riposo ricoverare l'anziano. Domanda: ma la Regione dove li tirerebbe fuori i soldi per accontentare tutti? Stessa risposta dei ticket da togliere o abbassare: dall'operazione dei fondi integrativi per i lavoratori, fondi costituiti con i soldi (defiscalizzati) dei datori di lavoro. Occhio: sarà una partita tutta da giocare anche perché manca una legge statale, ma l'idea del Veneto è di obbligare questi fondi a iscriversi a un elenco regionale e a passare per il Sistema sanitario regionale. «Altrimenti - ha detto Mantoan - i fondi vanno a finanziare solo la libera professione o le prestazioni non appropriate»
    
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci