Mense ospedaliere, posti a rischio: «I tagli sono inevitabili»

Venerdì 15 Giugno 2018 di Angela Pederiva
Mense ospedaliere, posti a rischio: «I tagli sono inevitabili»
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VENEZIA - La quantificazione non c'è ancora, ma la preoccupazione ci sta già tutta. Tra le righe della replica di Azienda Zero ai timori di Cgil, Cisl e Uil, a proposito del futuro degli 850 addetti alle mense ospedaliere del Veneto, spunta infatti la conferma che il passaggio della fornitura al nuovo gestore unico Serenissima avrà una ricaduta occupazionale. Lo afferma Sandra Zuzzi, responsabile della Centrale regionale acquisti per il Veneto, a proposito della clausola sociale, posta a garanzia del personale nell'ambito degli appalti di servizi: «Per consolidata giurisprudenza non si tratta di una tutela assoluta in quanto va contemperata con l'organizzazione del lavoro proposta in gara dal nuovo aggiudicatario».
 
L'ITER
L'appalto da 303 milioni di euro suddiviso in sei lotti, per una durata di cinque anni prorogabili per altri due, prevede la centralizzazione della cottura a Boara Pisani e quindi la distribuzione dei piatti nelle varie strutture sanitarie. Saranno quindi il gruppo guidato da Mario Putin e le nove Ulss a definire i dettagli, secondo quanto precisa Zuzzi, ripercorrendo le procedure di assegnazione: «Per quanto riguarda l'iter complessivo si sottolinea che essendo l'aggiudicazione dell'appalto di ristorazione efficace e superati i ricorsi al Tar Veneto, le Aziende Sanitarie possono sottoscrivere i contratti. Azienda Zero ha quindi finito il suo compito con riferimento alla gara d'appalto». Ambito in cui, specifica la stessa numero uno della Crav, «la base d'asta è stata obbligatoriamente calcolata sui prezzi di riferimento Anac, prezzi derivanti dal processo di spending review e quindi ridotti rispetto ai prezzi di mercato precedentemente correnti nel mercato». Conseguenze? «Tale riduzione necessariamente ha avuto un impatto anche sull'occupazione legata al mondo degli appalti di servizi in sanità. Si sottolinea altresì che nello svolgimento della gara sono stati valutati i progetti anche con riferimento all'organizzazione e gestione del personale e che Serenissima ha ottenuto i punteggi più elevati rispetto ai competitor».

I NUMERI
Tutto questo sarà da tradurre in numeri, che per il momento sono però al livello delle ipotesi. Le organizzazioni sindacali paventano oltre 300 posti a rischio, mentre secondo indiscrezioni la controparte pubblica ne immaginerebbe almeno 70. «Per quanto riguarda la preoccupazione dei sindacati sulla possibile perdita del posto di lavoro aggiunge Azienda Zero non è possibile stimare in questo momento eventuali ricadute sull'occupazione in quanto sono in corso i sopralluoghi negli ospedali interessati dall'appalto. La trattativa per il passaggio del personale negli ambiti in cui si registri la necessità di passaggio fra il vecchio aggiudicatario e il nuovo aggiudicatario non è gestito dalla pubblica amministrazione ma direttamente dalle parti interessate, ossia tra i due fornitori».

LE POLEMICHE
Parole che non sembrano destinate a stemperare la polemiche, che da sindacali diventano anche politiche. «Il piatto servito da Serenissima Ristorazione attacca il consigliere regionale Graziano Azzalin (Pd) è immangiabile. Regione e Azienda Zero non possono far finta di niente, nascondendosi dietro la regolarità della gara. È indecente razionalizzare le spese scaricando tutto su centinaia di persone che adesso rischiano il posto. Non occorreva creare una nuova e costosa Azienda per fare appalti centralizzati e conseguire economie, lasciando a casa i lavoratori. Oltretutto non esiste un tale monopolio in nessun'altra regione». Proprio il Partito Democratico a gennaio aveva presentato in aula un'interrogazione con cui chiedeva alla giunta se riteneva che il bando per la refezione ospedaliera contenesse «gli elementi idonei a garantire la libera concorrenza e ad evitare la costituzione di posizioni dominanti». Luca Coletto (Lega), assessore alla Sanità, aveva risposto che «il capitolato speciale ha disciplinato ogni elemento tecnico-normativo orientato a favorire la massima partecipazione e concorrenzialità da parte del mercato». Il presidio sindacale di martedì a Palazzo Balbi sembra dunque caricarsi di nuove motivazioni.
 

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