VENEZIA - L'allarme è nazionale, l'impegno di sensibilizzazione capillare. Contro le nuove norme del Superbonus edilizio è in corso una mobilitazione da parte degli imprenditori di settore che vedono nello stop al passaggio multiplo dei crediti fiscali il rischio del blocco delle attività e il congelamento di fatto per questa misura che ha portato a un boom di lavori di restauro e miglioramento energetico, ma anche a numerose e pesanti truffe per un miliardo.
I SINDACATI: SERVE BUONSENSO
In Veneto la Confartigianato ipotizza in 9400 le case che rischiano non venire ristrutturate. «Parliamo di una stima di circa 940 milioni di euro di lavori edili che non verranno svolti se la stretta dovesse passare così com'è spiega Boschetto mentre il settore vedeva numeri da record con un saldo di quasi 700 imprese artigiane in più iscritte all'Albo nel corso del 2021. Per questo come Confartigianato ci stiamo mobilitando a tutti i livelli con l'unico obiettivo di sollecitare tutti ad una modifica, in sede parlamentare, dell'articolo 28. Le imprese non possono sopportare 60 giorni di blocco delle attività e i cittadini non devono essere lasciati dallo Stato nella più assoluta incertezza circa la cessione dei loro crediti fiscali. Il giusto contrasto alle frodi non può essere la motivazione per impedire alle imprese di lavorare e per gettare un'intera economia in confusione».
Un allarme che arriva dopo lo stop della cessione del credito da parte di banche e Poste mentre l'Ispettorato del Lavoro segnala che su 100 cantieri controllati nel secondo semestre 2021, 91 sono risultati irregolari. «La modifica alla cessione del credito è l'ennesima scelta miope e scellerata del governo in tema di bonus edilizi: così si crea solo confusione e si penalizzano le piccole imprese e i cittadini. Occorre un immediato ripensamento», avverte l'associazione Artigiani del Miranese.