Superbonus 110% e il caso Veneto: primo per richieste sul patrimonio edilizio, ma ultimo per importi delle detrazioni. Ecco perché. La tabella

Incidenza di ricorsi del 4,4% sugli immobili esistenti (media nazionale 3,1), ma per piccoli interventi di riqualificazione

Sabato 18 Febbraio 2023 di Gigi Bignotti
STUDIO CGIA

MESTRE - Cala il sipario sulle cessioni dei crediti e sugli sconti in fattura con un bilancio finale sul Superbonus molto discutibile: ha infatti generato 372.303 "asseverazioni" (domande) depositate entro il 31 gennaio scorso e lo Stato con il cosiddetto 110% dovrà farsi carico di una spesa pari a ben 71,7 miliardi di euro. Su un totale di quasi 12,2 milioni di edifici residenziali esistenti, questa misura ha interessato infatti soltanto il 3,1% degli immobili ad uso abitativo in Italia.

La stima è dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre secondo la quale il bilancio è in chiaro-scuro ma soprattutto è da segnalare che «con il decreto del governo appena approvato non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili».

La classifica

A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110% in relazione agli edifici residenziali esistenti (ovvero il patrimonio edilizio), con 46.447 asseverazioni e un'incidenza pari al 4,4% (+1,3 rispetto alla media nazionale);  segue la Toscana con il 4%, la Lombardia al 3,9%.

Le regioni meno coinvolte, invece, sono Calabria, Valle d'Aosta e Liguria, tutte con un'incidenza del 2%, insieme alla Sicilia che chiude la graduatoria con l'1,7%.

Paradosso detrazioni

Paradossale è la classifica nazionale dell'importo medio delle detrazioni a fine lavori che è pari a 192.756 euro per ogni edificio. E qui il Veneto è ultimo: i picchi massimi sono in Campania (247.337 euro), Basilicata (254.090 euro) e Valle d'Aosta (267.698 euro). Chiude la graduatoria il Nordest con Friuli Venezia Giulia a 152.056 euro e appunto Veneto a soli 150.906 euro.

 «Il Superbonus non va bocciato - precisa l'associazione artigiana - perché ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell'edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante. Tuttavia, questa misura ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che sono stati 'efficientati'». Con la detrazione del 90% e la compensazione dello sconto in sede di dichiarazione dei redditi «è evidente che l'appetibilità dello strumento è destinata a scemare. Tuttavia, la cosa più preoccupante è che con il suo decreto il governo lascia tante aziende e famiglie con massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili. Una situazione che nel giro di qualche mese - sottolinea la nota - rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni».

Il Superbonus ha contribuito inoltre a far schizzare all'insù i prezzi di moltissimi materiali, e altri per molto tempo sono pressoché scomparsi dal mercato. 

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci