Venezia. Strade intestate a responsabili di crimini contro l'umanità, arriva lo stop dal Consiglio regionale

Martedì 7 Febbraio 2023 di Redazione Web
Divieto di intestare strade a colpevoli di crimini contro l'umanità (via Mussolini a Borgoricco)

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con 44 voti favorevoli, il Pdl statale n. 29, che introduce il divieto di intestare strade, piazze pubbliche, monumenti, lapidi o simboli permanenti a coloro cui siano state riconosciute, dal punto di vista storico o giudiziale, responsabilità politiche e di governo per azioni efferate, crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

Nel corso del dibattito sono stati approvati l'estensione della fattispecie ai crimini di aggressione e violazione del diritto internazionale e umanitario, e il divieto di intitolazione di strade, piazze e altri luoghi o edifici pubblici ad esponenti del partito fascista. Per gli stessi motivi, di consentire la revoca per indegnità di onorificenze di stato: a titolo esemplificativo, è stato menzionato - nel contesto del Giorno del Ricordo - il caso di Josip Broz Tito, decorato Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana il 2 ottobre 1969, e alla cui memoria, nonostante le riconosciute responsabilità criminali, sono ancora intestate vie di città italiane, temi sui quali sono intervenuti, richiamando la storia della presenza veneziana e la tragedia vissuta dagli italiani nei territori ex jugoslavi e alcuni aspetti legati alle ricostruzioni più recenti relative a quell'epoca. La proposta riguardante il dittatore serbo è arrivata da Alberto Villanova, presidente dell'Intergruppo Lega-Liga, che vorrebbe arrivasse al Parlamento. «La tragedia in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia corre lungo un filo chiamato oblio sia quando, durante il periodo di guerra, i titini sparavano alle spalle degli italiani, facendoli finire dentro le foibe, legati a filo di ferro, sia dopo il termine della guerra, quando, nel totale silenzio, tutti tacquero sulle responsabilità di questi genocidi. E fino al 2004, quando l’Italia, finalmente, istituì il Giorno del Ricordo per onorare le vittime di quella ignobile pulizia etnica – dice Villanova – Liga Veneta e primo firmatario del progetto di legge approvato oggi in Consiglio Regionale del Veneto -. In tutti questi anni di silenzio, però, nessuno ha mai pensato di revocare una delle più grandi vergogne della storia del nostro Paese, ovvero quella dell’attribuzione delle onorificenze a Josep Tito, responsabile principale di questo massacro. Ci sono macchie, nella storia, che non possono e non devono essere cancellate, per ricordare e per evitare che si ripetano.

Ma ci sono anche scelte orribili alle quali si può e si deve porre rimedio: Tito era un assassino sanguinario e il nostro Paese non può glorificare chi ha massacrato nostri connazionali innocenti. Per questo il mio progetto di Legge statale, approvato oggi per revocare quelle medaglie bagnate di sangue, sia di monito al non intitolare mai più nessun luogo pubblico a criminali della storia come in questo caso, il Generale Tito. Ora spero che il parlamento raccolga il testimone dal consiglio regionale Veneto e faccia la sua parte per onorare il ricordo di queste vittime che erano italiani».

Le reazioni

«Assume particolare rilievo l’approvazione dell’emendamento che ho presentato - ha detto Vanessa Camani, consigliera regionale del Pd - per estendere il divieto di intitolazione anche a coloro che hanno assunto cariche o ricoperto ruoli dirigenziali nel regime fascista e nella Repubblica sociale italiana. Resta purtroppo ambiguo il comportamento degli esponenti di Fratelli d’Italia, che non hanno votato a favore della proposta. Un’ambiguità non casuale, visto che troppo spesso l’abbiamo riscontrata nei comportamenti dell’Assessora regionale del medesimo partito. Rimane un disonore grave - conclude Camani - che nel Consiglio regionale del Veneto siano ancora presenti queste derive negazioniste».

«Avevo accolto favorevolmente la proposta di legge sulla rimozione di ogni riferimento, in materia di toponomastica, al dittatore comunista Josip Broz Tito, a maggior ragione nei giorni in cui ci avviciniamo al Giorno del Ricordo». Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Joe Formaggio che precisa: «Ho invece votato contro, convintamente, l’emendamento proposto dalla sinistra circa il voler attuare la stessa iniziativa a tutte quelle persone vissute tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso: così facendo, si andava contro alla ‘cancel culture’ tanto voluta dalla sinistra in maniera di cultura ideologica. Il perché è presto detto: si rischiava di dover cancellare riferimenti che fanno parte fieramente della nostra storia, tutt’oggi presenti nei musei e nella toponomastica. Dovremmo forse eliminare vie e monumenti a Gabriele d’Annunzio? Dovremmo togliere i riferimenti nelle varie basi dell’aeronautica militare a Italo Balbo, che ne fu fondatore? Dovremmo togliere una sezione interamente dedicata al comandante della X Mas Junio Valerio Borghese al Museo di Rovereto? Così come anche dovremmo cancellare i libri di Giovanni Gentile e di Luigi Pirandello? Non scherziamo».

Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 09:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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