Pedemontana veneta, ora la Regione in campo per finanziarla

Mercoledì 8 Febbraio 2017 di Alda Vanzan
Spv, cantieri nel Bassanese
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VENEZIA - Pedemontana Veneta, la Regione cambia impostazione. Rovescia il tavolo e delinea una nuova strategia, al punto da non escludere di entrare finanziariamente nella partita, certa, poi, di avere dei ritorni. Magari con i pedaggi. È su questo nuovo schema che starebbe lavorando la task force messa in piedi dal presidente della Regione Luca Zaia dopo il mancato rinnovo, da parte del Governo, della gestione commissariale della più grande opera in costruzione in Italia (95 chilometri lungo 35 comuni delle province di Treviso e Vicenza, 16 caselli, costo totale 2 miliardi e mezzo), ma da mesi in stallo, visto che è da luglio che, nonostante tavoli romani e tavoli mestrini, non si è riusciti ad arrivare al closing finanziario. Il concessionario dell'opera, il Consorzio Sis dei Dogliani, non riesce infatti ad avere il finanziamento da 1,6 miliardi da JP Morgan e questo perché JP Morgan attende l'avallo, che non c'è, di Cassa depositi e prestiti.
Per mesi si è discusso dei flussi di traffico delineati da uno studio commissionato da Cdp e Bei - quasi la metà di quelli previsti all'epoca della gara - che renderebbero l'opera economicamente non sostenibile. Nel senso che gli introiti da pedaggi sarebbero troppo bassi rispetto alle previsioni. E questo sarebbe una iattura per la Regione Veneto che, in quanto ente concedente, da contratto dovrebbe ripagare il concessionario, cioè il Consorzio Sis. «Sulla Pedemontana stiamo accelerando - ha detto ieri il governatore Zaia - Non è una partita facile. Rischia di essere facile nei rapporti con l'impresa e gli enti nazionali: il ministero delle Infrastrutture, il ministero delle Finanze, Palazzo Chigi, Cdp, con i quali c'è un'ottima collaborazione. Ma più difficile nelle scelte che deve fare la Regione. Bisogna trovare una soluzione accettabile, che consenta di fare l'opera rispettando i patti con la gente e permettendo che, a opera conclusa, il bilancio regionale giri bene, senza che tutto questo si traduca in un massacro per le casse regionali». Che tipo di soluzione? «Stiamo rivedendo di comune accordo con il concessionario i flussi di traffico, a fine mese sarà disponibile lo studio che abbiamo commissionato alla stessa società che si era occupata dei transiti del Passante di Mestre». Una delle cose da modificare, ha aggiunto, è la clausola contrattuale che obbliga la Regione a pagare il concessionario se i flussi di traffico saranno inferiori al previsto. «Il progetto che stiamo seguendo - ha detto Zaia - non è più quello originario, sono molte le cose che vanno riviste».
Nel giro di un paio di settimane («Fine febbraio», ha detto il governatore) la task force formata dal segretario generale della programmazione Ilaria Bramezza, dall'avvocato dello Stato Marco Corsini, dal nuovo dirigente Elisabetta Pellegrini con Giuseppe Fasiol responsabile unico del procedimento, dovrebbe presentare la soluzione. L'idea che avrebbe preso piede e che sarebbe condivisa dalle parti - la Regione ente concedente, l'impresa concessionario, il ministero ente vigilante, perfino Cdp - è che Palazzo Balbi entri nella partita. Come? Pare mettendo, direttamente o attraverso una controllata, una parte del finanziamento necessario per realizzare l'opera. Un'esposizione si dice gestibile, con i soldi che potrebbero poi rientrare negli anni successivi con i pedaggi. Ma se la Regione fa un passo avanti, è chiaro che il consorzio Sis dei Dogliani deve fare un passo indietro, accettando la modifica del contratto e dei flussi di traffico, perdendo un po' di soldi dal punto di vista della redditività, ma, realizzando l'opera, accreditandosi come soggetto nel campo delle infrastrutture. «Se arriviamo al closing finanziario, in tre anni l'opera è pronta», ha detto Zaia.
Da registrare gli inviti di Alessandra Moretti, Pd: «Garantisca le esenzioni per i residenti». E di Antonio De Poli, Udc: «Nel nuovo progetto spazio alle opere complementari, unico modo per sostenere i livelli di traffico».
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