Dai vicini di casa ai ranger,
boom della vigilanza fai da te

Sabato 21 Novembre 2015 di Daniela Boresi
Dai vicini di casa ai ranger, boom della vigilanza fai da te
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Sicurezza fai da te. Non c’è nulla di peggio che non sentirsi sicuri a casa propria e visto che le intrusioni e i furti sono ormai all’ordine del giorno fiorisce il sistema del "mi difendo da solo".



Non si tratta di imbracciare fucili o pistole, ma di "arruolare" in modo legittimo, vigilantes o controllori che permettano di dormire sonni tranquilli. O di "fare da soli". Nati come "ronde", nel corso gli anni i controlli privati hanno cambiato veste. Il "Controllo di vicinato" è nato negli Stati Uniti negli anni 60/70 ed è arrivato in Europa molto più tardi. Lo usano da anni città americane come Chicago e Los Angeles e britanniche, come Oxford, Londra ed Edimburgo. Il "Controllo del vicinato" conta già a livello mondiale ben 10 milioni di persone aderenti.



In Veneto già utilizzano questa modalità di "autocontrollo" anche Campagna Lupia, Fiesso d’Artico, Marcon, Martellago, Mira, San Donà di Piave, Spinea (dove esiste anche una forma di assicurazione agevolata contro i furti) e ora anche Jesolo nel Veneziano e Sorgà e Trevenzuolo del Veronese. Ma c’è chi sceglie altri percorsi. Treviso ad esempio parte alla grande con tre squadre di "sentinelle" in diverse aree (Stazione - Piazza dei Signori - Pescheria), ognuna ha come coordinatore un commerciante a cui fare riferimento.

Ogni coordinatore ha 4 o 5 "occhi" sul territorio attraverso le vetrine. Un sistema, tutto basato sull’osservazione e sul passaparola, collegato con la polizia locale attraverso Whatsapp, che è già stato collaudato in diverse parti d’Italia. Dove è già entrato in funzione, a San Donà, per esempio, ha dato risultati insperati: in meno di un anno sventati 70 furti. Pure a Mestre funziona, come spiega Antonella Chiavallin, referente del progetto per Padova, Venezia e Treviso.



«Collaborazione ci deve essere, è doverosa, o abbiamo un poliziotto ad ogni angolo o si trova una sintesi per collaborare e questo sistema lo è. E non parlo solo per sventare i furti in negozio, ma anche per controllare, ad esempio, che non scompaia la bicicletta quando si va a fare la spesa. - commenta Massimo Zanon presidente di Confcommercio Veneto - Come Confcommercio lasciamo libertà ai singoli di organizzarsi come meglio ritengono, ma non possiamo pensare di diventare noi stessi "poliziotti": collaborazione con le Forze dell’Ordine c’è sempre stata ed è giusto intensificarla, ma mi fermerei lì».



A Marghera i cittadini si sono costituiti in un gruppo per controllare il territorio. Del resto le esperienze già partite nelle zone limitrofe come Zelarino, ma anche Mira, Spinea a Martellago hanno dato risultati confortanti. E c’è chi, come i cittadini di Montegrotto, in provincia di Padova, non si accontentano di usare gli occhi, ma si è attrezzato anche di segnali acustici e luminosi. Come spiega il presidente del Comitato "Progetto Montegrotto" Fabrizio Grassini le squadre, munite di pettorina gialla presidieranno ogni quartiere.

Essere riconoscibili funge infatti da deterrente.
Albignasego, in provincia di Padova, utilizza anche i cartelli che indicano la presenza di un controllo di vicinato in atto: «Fungono da deterrente - assicurano i residenti - I furti sono calati». E c’è chi, scottato in passato da un servizio di vigilanza privata fatto in casa che costò una ammenda da parte della Prefettura, ora ci riprova. É il caso di Arba (Treviso) che ha "arruolato" un Istituto specializzato.
Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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