Luca Zaia è in campagna elettorale ma - ci tiene a premetterlo - «su un argomento come il futuro delle banche venete non posso né voglio buttarla in polemica politica. La situazione è troppo grave per giocare a buoni e cattivi».
È sicuro che ci sia dappertutto consapevolezza di questa gravità?
«In effetti, è lecito più di qualche dubbio. D'altra parte mi metto nei panni di chi non ha un interesse diretto, e non è veneto né azionista. È legittimo che pensi: ma che mi importa dei lavoratori, dei cittadini e del Veneto. Che falliscano».
Sbaglia?
«Non solo sbaglia: è un suicida. C'è qualcuno in Italia e in Europa che si è fatto l'idea che queste sono banchette. Non si rende conto che se falliscono, implode il sistema con un Pil da 150 miliardi, un residuo fiscale nei trasferimenti allo Stato di 21 miliardi che sono anche frutto degli investimenti fatti da queste due banche in questi anni. Partirebbe una reazione a catena che non si sa dove vada a finire: il default italiano inizierebbe da qui. Non ci credono? Capisco che vivono di buste paga, ma noi sappiamo che cosa significa se spariscono le partite Iva».
Andrebbero in altre banche...
«È giusto che il mercato sia libero, ma queste banche non sono facilmente surrogabili. Lo dimostra il fatto che non c'è stata una fuga di clienti, ma una lenta emorragia; e poche settimane fa decine di migliaia di risparmiatori hanno aderito alla transazione sulle perdite subìte: che cos'è questa se non una dimostrazione della volontà di sostenere le loro banche?».
Chi è che non ci crede, allora: l'Europa o il governo italiano?
«Temo entrambi. Delle due l'una: o l'Italia non conta niente, oppure la delegazione che sta trattando per farsi autorizzare l'aiuto di Stato sta utilizzando l'Europa come alibi. C'è solo un modo per dimostrare che non è vero: mettano quel miliardo, e poi discutiamo».
Scatterebbe l'infrazione comunitaria...
«E cos'è, il babau? Non si fanno fallire due banche così per 1 miliardo. Non è che vengono qua e arrestano tutti. Ci impongono il coprifuoco? Non ci fanno mangiare la sera?»...
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