VENEZIA - Ancora bufera sulla scuola. Ed ad alzare il polverone è l'assessore regionale Elena Donazzan che denuncia come ci sia una "diseguaglianza" nell'assegnazione dei posti da insegnante, a tutto scapito del Veneto.
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«Accordi territoriali per assicurare posti in più e vicino a casa gli insegnanti di Sicilia e Sardegna e nessuna risposta al Veneto che per il secondo anno consecutivo documenta un maggior fabbisogno di quasi 500 insegnanti per garantire l’ordinario funzionamento delle sue 28.500 classi: è questa la "Buona scuola"? - sottolinea l'assessore commentando le 4600 assegnazioni provvisorie previste dal Miur per le scuole siciliane, e analoghe assegnazioni concesse alla Sardegna, che permetteranno il ritorno dei docenti isolani trasferiti fuori regione - Qui in Veneto – ha tenuto a sottolineare – si riesce a fare ancora buona scuola pubblica, ma dobbiamo constatare che sempre di più si realizzano sperequazioni e si utilizzano due pesi e due misure».
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Al Veneto sarebbero sufficienti appena 486 posti, un decimo dei posti aggiuntivi ritagliati nella mappa delle assegnazioni per la Sicilia, per riuscire a risolvere gli ormai sin troppo noti problemi di classi sovraffollate, soppressione di sezioni a tempi pieno, carenza di insegnanti di sostegno, chiusure dei plessi di montagna.
«Al ministro Giannini, che continua a negare un incontro alle rappresentanze istituzionali e sindacali della scuola veneta – conclude l’assessore – torno a chiedere se sia questa la qualità della scuola a cui sta mirando con la cosiddetta riforma della Buona scuola: una scuola che al Nord legittima le “classi pollaio” e demotiva gli insegnanti trasferendoli a centinaia di chilometri di distanza, pena la perdita del posto, e che, nel contempo, in Sicilia e Sardegna affida gli alunni più fragili a docenti che possono anche essere privi di specializzazione».
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