«Dieta dei gruppi sanguigni»: il sindacato senza iscritti proclama sciopero e manda in tilt scuole e famiglie

Giovedì 23 Marzo 2023 di Angela Pederiva
Sciopero a scuola della sigla Saese

VENEZIA - Per domani a Nordest, e nel resto d’Italia, è stato proclamato lo sciopero della scuola. Potenzialmente interessato è tutto il personale: docente, dirigente, amministrativo, tecnico e ausiliario, di ruolo e precario. Ad indirlo è stato il Saese (Sindacato autonomo europeo scuola ed ecologia), un’organizzazione online che non è nemmeno censita dall’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), visto che non risultano deleghe di iscritti né voti per le elezioni. Ma tant’è. Due le motivazioni comunicate al ministero dell’Istruzione dal presidente e tesoriere Francesco Orbitello, insegnante siciliano «di scienze e di sostegno»: da una parte si chiede di prendere «in esame la nostra innovativa proposta politico-economica, che ha come obiettivo il miglioramento della situazione nella scuola italiana»; dall’altra si domandano «disposizioni per la conoscenza e la promozione della dieta dei gruppi sanguigni nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado».

Farebbe già sorridere così, se non fosse che è bastata la mera proclamazione di un’astensione - verosimilmente destinata a riscuotere un’adesione dello zero virgola - per scatenare un effetto domino di burocrazia e disagi su istituti, famiglie, imprese dei trasporti, ditte della ristorazione, cooperative dei servizi, aziende sanitarie, amministrazioni comunali e polizie locali.

LE CIRCOLARI
Leggere per credere le circolari che, da un angolo all’altro della Penisola, in questi giorni i dirigenti scolastici hanno dovuto diramare per avvisare tutte le realtà a vario titolo coinvolte. Giusto per citarne alcune tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, l’istituto comprensivo “Serena” di Treviso informa che «non è possibile fare previsioni attendibili sull’adesione allo sciopero e sui servizi che i singoli plessi potranno garantire», per cui i genitori sono invitati «ad accompagnare il figlio accertandosi di persona sul regolare svolgimento delle lezioni che sarà comunicato nella stessa mattinata». Oppure a Belluno l’Itis “Segato” e l’Ipsia “Brustolon” fanno sapere che saranno assicurati «scrutini finali», «smaltimento dei rifiuti tossici», «vigilanza degli impianti» e «pagamento degli stipendi», ma evidentemente non le lezioni, dato che «per quanto riguarda gli altri servizi non è possibile garantirne l’erogazione». Così come avverrà all’istituto comprensivo “Deganutti” di Latisana (Udine), che pertanto sollecita mamme e papà «a non lasciare i propri figli all’ingresso, senza essersi prima accertati dell’apertura del plesso, del regolare svolgimento delle lezioni e del servizio mensa». 

I TASSI
Tutto questo probabilmente per nulla, o quasi, a giudicare dai tassi di adesione nazionale agli ultimi tre scioperi indetti dal Saese: 0,01% il 12 novembre 2021 e 0,41% sia il 21 gennaio che l’8 aprile 2022. Ma si sa che può essere sufficiente la partecipazione di una sola maestra o di un unico bidello per mandare in tilt il sistema. Tutto questo per sostenere un regime alimentare che è marchiato con il timbro rosso “falso” dall’Istituto superiore di sanità, poiché «non ha alcuna base scientifica», tanto che «nessuno studio condotto a favore della emodieta ha dato risultati che ne dimostrino l’efficacia» (anche se il Saese propone ai tesserati «una dieta online personalizzata» e «redatta attraverso un algoritmo», dietro pagamento di 20 euro).

LE INFORMAZIONI
Come ultimo dei «principali successi ottenuti», datato 11 dicembre 2020, l’associazione rivendica questo: «Il Ceds rivela che al Saese sono iscritti un totale di 26382 lavoratori, uniformemente distribuiti nell’intero territorio nazionale». Peccato che l’unico atto del Comitato europeo dei diritti sociali (Ceds, appunto) emanato quel giorno sia la dichiarazione di irricevibilità del reclamo presentato dal sindacato, in quanto la Commissione di garanzia per il diritto di sciopero aveva dichiarato ingiustificate due proteste proclamate nel 2020. Ebbene l’organismo che fa capo al Consiglio d’Europa ha stabilito (la traduzione dal francese è nostra) che il Saese «non può essere considerato come un sindacato rappresentativo», a causa della mancanza «di informazioni sul numero di membri che rappresenta e sul fatto che abbia condotto o meno contrattazioni collettive per conto di tali membri». Postilla finale: volendo contattare l’organizzazione per una replica, i giornalisti non possono usare né il telefono né l’email, ma devono compilare un modulo che si rivela una «richiesta di iscrizione»...
 

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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