Il prof. Clementi: «Studio imbarazzante quello di Crisanti, lo dissi a Zaia e lo rifarei»

Lo studioso: «Gli inquirenti potevano risparmiare i soldi delle registrazioni e chiamarmi direttamente a riferire»

Giovedì 5 Gennaio 2023 di Angela Pederiva
Massimo Clementi

PADOVA - C'è anche Massimo Clementi fra i docenti intercettati nell'ambito dell'inchiesta sui tamponi rapidi coordinata dalla Procura di Padova. Il professore emerito dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che non è indagato, è l'autore delle due segnalazioni sulla presunta incompatibilità di Andrea Crisanti nelle commissioni di valutazione, ma è anche il revisore che di fatto stroncò la prima bozza dello studio, quella che metteva in correlazione l'utilizzo dei test antigenici con l'impennata di vittime in Veneto. «Gli inquirenti potevano risparmiare i soldi delle registrazioni e chiamarmi direttamente a riferire: avrei confermato tutto quello che ho scritto e che ho dichiarato al vostro giornale», dice al Gazzettino il fondatore della Società italiana di virologia.

IL LAVORO

Clementi spiega di aver incrociato tre volte, nel 2022, il proprio percorso professionale con quello di Crisanti. «In primavera racconta ho ricevuto la versione iniziale del suo lavoro, in quanto faccio parte di un network editoriale con il ruolo di peer reviewer».

Funziona così: chi fa ricerca presenta la first submission, cioè la proposta di pubblicazione del proprio articolo scientifico, a una determinata rivista, la quale sottopone il testo alla revisione dei pari, cioè di esperti in quella materia che annotano le loro osservazioni, dopodiché in base alle correzioni l'editor decide se mandare in stampa lo studio oppure no. «Quel lavoro sostiene il virologo era imbarazzante. La prima parte, che definirei ingenua, affermava che i tamponi molecolari sono più sensibili degli antigenici, il che è una cosa che ormai sanno anche i bambini. La seconda tentava di mettere in relazione il loro utilizzo con l'eccesso di mortalità, un nesso che ho criticato perché non c'erano gli elementi di supporto. Tant'è vero che poi la rivista ha rifiutato la pubblicazione. Ad accettarla è stata Nature Communications, dopo una ripulita dei metodi matematici applicati e degli obiettivi per così dire scandalosi, nel senso che è stato tolto ogni riferimento ai decessi».

Lo studio infatti è uscito lo scorso 5 ottobre, con il ringraziamento della rivista agli «anonimi revisori per il loro contributo» alla versione definitiva, la quale sostanzialmente conclude che i test antigenici hanno favorito la diffusione incontrollata delle varianti. «Da quanto mi risulta - aggiunge Clementi - quella revisione, fatta a mio parere molto bene, è stata assegnata ai docenti dell'Imperial College (dove insegna Crisanti, ndr.). Nel frattempo io avevo avuto un contatto telefonico con Luca Zaia, a cui avevo fatto avere una copia della mia revisione».
Ecco dunque a chi si riferiva il presidente della Regione nell'intercettazione, trasmessa da Report, in cui parlava così dello studio di Crisanti: «Ho in mano una relazione autorevolissima, che lo ha preso e l'ha aperto come un carciofo...». Clementi non nega nulla: «Ho parlato con il governatore e gli ho espresso le stesse perplessità che avevo scritto nel mio contributo: la prima versione del lavoro era deboluccia dal punto di vista scientifico».

LA SELEZIONE

Gli altri incroci fra i due docenti hanno riguardato la presenza dell'ormai parlamentare dem in due commissioni dei settori di Microbiologia e Microbiologia clinica: all'Università di Padova per la selezione di un professore, al ministero dell'Università per l'Abilitazione scientifica nazionale.

Dopo le segnalazioni di Clementi, nel primo caso la rettrice Daniela Mapelli ha revocato l'intera terna valutatrice, mentre nel secondo Crisanti si è dimesso. «Da parte mia sottolinea l'emerito del San Raffaele erano atti dovuti. In quando decano della commissione, a Padova non potevo rischiare di vedere invalidata da un ricorso l'intera procedura. E in quanto presidente nella commissione nazionale, avevo il dovere di far presente l'incompatibilità di un componente, che comunque ho avvisato preventivamente per correttezza».

Ma non è che c'è dell'acredine nei confronti di Crisanti?
«Decisamente no risponde Clementi anche perché in altre occasioni mi sono trovato d'accordo con lui e gli ho manifestato la mia stima. Ora scopro di essere stato intercettato, ma sono assolutamente tranquillo: rifarei tutto, forse anche con un pochettino di decisione in più, sapendo che ci sono queste modalità di azione. Comunque bastava chiamarmi e chiedermelo, anziché sorbirsi ore di conversazioni fra me e mia moglie...».

 

Ultimo aggiornamento: 16:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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