Il ritorno dell'addizionale Irpef in Veneto, l'apertura degli artigiani e il sì polemico della sinistra

Martedì 4 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Il ritorno dell'addizionale Irpef in Veneto, l'apertura degli artigiani e il sì polemico della sinistra
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VENEZIA - Né proteste plateali né arroccamenti. L'ipotesi della Regione del Veneto di (ri)applicare dopo 12 anni l'addizionale Irpef ai contribuenti è stata accolta dalle categorie produttive e dalle parti sociali con un atteggiamento di disponibilità al confronto.

Le organizzazioni sindacali hanno preferito rinviare ogni giudizio, mentre tra i rappresentanti delle imprese la volontà è di capire come verrà utilizzato l'eventuale gettito da 300 milioni di euro. A chiedere una discussione approfondita è anche il centrosinistra, mentre gli alleati non nascondono lo stupore: «Non sappiamo neanche di cosa si parli - dice il capogruppo di Fratelli d'Italia, Raffaele Speranzon -. Certo che il timing non sembra il migliore possibile». Tutto questo mentre Palazzo Balbi annuncia che i proventi degli impianti idroelettrici saranno destinati in primis a case di riposo e cittadini a basso reddito. Partiamo da qua.


CENTRALI E BOLLETTE
La legge regionale 27 del 2020 impone ai concessionari di grandi derivazioni di fornire annualmente e gratuitamente alla Regione energia elettrica, o in alternativa di garantire la monetizzazione dell'energia da fornire. Dopo un confronto con le province è stato deciso di destinare le somme ai servizi sociosanitari erogati dai Centri residenziali pubblici o privati accreditati e a categorie di utenti con Isee inferiori a 20mila euro. La delibera è stata concordata tra gli assessori Gianpaolo Bottacin e Manuela Lanzarin. I criteri attuativi della legge prevedono in particolare che Belluno, provincia in cui ci sono le più grandi derivazioni, abbia l'intera quota relativa all'energia prodotta nel suo territorio; le altre province in cui insistono impianti si trattengono il 60% della quota; il restante 40 alle altre province, in proporzione agli abitanti. «L'attenzione verso il Veneto - dice il governatore Luca Zaia - e i suoi cittadini è sempre alta e piena».


LA MANOVRA
Al settore sociale e alle famiglie in difficoltà verrebbero destinati anche i 300 milioni di gettito dell'addizionale Irpef, sempre se la giunta regionale deciderà di applicarla. «Non è stata presa alcuna decisione, si sta facendo un lavoro di approfondimento come in ogni bilancio, consapevoli che questo è un anno difficile», precisa il capogruppo di Lega e Zaia Presidente Alberto Villanova. Pare, però, che i margini per non mettere l'addizionale siano davvero pochi. I punti fermi sarebbero tre: esentati i contribuenti con redditi fino a 15mila euro; quelli con redditi da 15mila a 28mila euro pagherebbero - dal 2024 - poco meno di 4 euro al mese; le aliquote più pesanti scatterebbero per i redditi sopra i 28mila e i 50mila euro. Da registrare la presa di distanza di Confartigianato Veneto dalla Cgia di Mestre che aveva ricordato che in campagna elettorale non si era minimamente parlato di tasse, semmai di flat tax: «La Cgia non ci rappresenta e mi sono premurato di dirlo al governatore Zaia - dice il presidente di Confartigianato Veneto, Roberto Boschetto -. Tra i nostri iscritti ci sono 20mila anziani, molti con pensioni sociali, il tema dell'addizionale va affrontato senza pregiudizi».


LA POLITICA
Il centrosinistra, con i capigruppo Giacomo Possamai (Pd), Elena Ostanel (Vcv), Cristina Guarda (Ev) Erika Baldin (M5S) e il portavoce Arturo Lorenzoni, puntualizza: «È evidente che siamo d'accordo con il principio visto che lo proponiamo inascoltati da tanto tempo» ma «chiediamo che se ne discuta in modo approfondito, nelle sedi istituzionali opportune, a partire dalla commissione Bilancio. Non ci troverebbe d'accordo il modello di una flat tax in salsa veneta che toccherebbe anche chi percepisce redditi pari a 15mila euro. Va prevista un'esenzione delle fasce più deboli». Poi la stoccata: «Questo annuncio di Zaia arriva una settimana dopo le elezioni politiche: un tempismo di scarsa trasparenza e che appare come una presa in giro dei veneti. Perché non ne ha parlato quando il bilancio è stato reso pubblico?».
Tra le file della maggioranza, Elisa Venturini (FI) chiede un approfondimento: «Noi siamo contro le tasse, ma è vero che oggi c'è una situazione diversa, tutti i giorni mi chiamano le case di riposo, gli agricoltori, gli artigiani che non riescono a far fronte al caro-energia». Stupito Raffaele Speranzon (FdI): «In maggioranza non se ne è parlato, ci spiegheranno e valuteremo, certo che il momento non mi sembra il migliore».
 

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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