Non erano sterili e potevano causare infezioni letali: 1300 pompe infusionali ritirate dagli ospedali del Veneto

Domenica 28 Marzo 2021
Non erano sterili e potevano causare infezioni letali: 1300 pompe infusionali ritirate dagli ospedali del Veneto
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VENEZIA - Azienda Zero deve correre a comprare 1.300 pompe infusionali, necessarie per le somministrazioni e le trasfusioni endovenose nelle Terapie intensive e nelle sale operatorie. L'acquisto «in estrema urgenza» è stato deliberato venerdì dal direttore generale Roberto Toniolo, in quanto i dispositivi attualmente presenti negli ospedali del Veneto (e pure del resto d'Italia) sono stati ritirati, con un avviso di sicurezza emesso il 15 marzo dal ministero della Salute. «BD (l'azienda produttrice, ndr.) è stata informata da un terzista fornitore di servizi di sterilizzazione che esso stesso ha intenzionalmente falsificato della documentazione relativa al processo di sterilizzazione», si legge nel documento, in base al quale l'ente regionale deve ora spendere 2,1 milioni di euro.


I PAZIENTI

Gli apparecchi erano stati regolarmente acquistati, ma anche consegnati dalla Protezione civile, nel corso del 2020. Nei giorni scorsi è però emerso che i set infusionali, cioè ad esempio i tubi e gli aghi, potrebbero non essere sterili. Come spiega l'impresa svizzera, che si riforniva del servizio di sterilizzazione da una ditta lombarda, questo problema «in ambiente clinico potrebbe portare a un aumento del rischio di infezione che può causare gravi danni o condizioni potenzialmente letali».

Lo stesso produttore, tuttavia, precisa che «non ha identificato nessuna segnalazione di eventi avversi o gravi danni ai pazienti fino ad oggi» e che «se il prodotto è già stato utilizzato, non sono necessarie attività specifiche di follow-up», vale a dire di controllo. In ogni caso è stato consigliato a tutte le strutture sanitarie di interrompere l'uso dei prodotti che rientrano nei lotti colpiti dalla vicenda.

LA PROCEDURA

Azienda Zero ha verificato che «buona parte delle pompe infusionali fornite sono interessate dalla predetta sospensione», per cui ora bisogna sostituire 1.300 dispositivi e i relativi accessori. Di conseguenza è stata avviata una procedura di approvvigionamento urgente, sondando la disponibilità di altre aziende a una consegna rapida, al massimo per aprile. «I prezzi offerti sono stati ritenuti congrui alla luce delle straordinarie circostanze di mercato e della carenza dei prodotti», scrive il dg Toniolo. La spesa prevista è di 2.128.959,61 euro.
A.Pe.
 

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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