Ricoveri extra-Covid, il Veneto sul podio italiano

Sabato 22 Maggio 2021 di Angela Pederiva
Ricoveri extra-Covid, il Veneto sul podio italiano

C’è il Veneto sul podio della resilienza sanitaria alla pandemia. Con il Lazio e la Toscana, questa Regione si è mostrata quella maggiormente capace nel reagire alle restrizioni ospedaliere dovute all’emergenza Covid, arginando più del resto d’Italia l’impatto delle limitazioni sui ricoveri per interventi chirurgici programmati, oltre che piazzandosi nella parte alta della classifica anche nel contenere le perdite sul fronte dell’attività specialistica ambulatoriale. A dirlo è l’ultimo “Instant Report” dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica di Roma (Altems), che ormai da 53 settimane svolge un confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Coronavirus.

GLI APPROCCI
L’analisi ha incrociato i numeri delle prestazioni ordinarie (come ricoveri chirurgici, day hospital, specialistica ambulatoriale) perse nel 2020 a causa del Covid e la capacità di reazione delle Regioni (misurata come velocità nel definire delibere e documenti per la ripartenza dopo la prima ondata). Spiega il professor Americo Cicchetti, direttore di Altems: «Abbiamo identificato 4 approcci: Resiliente, Late-responder, Fragile, Inattiva. Sulla base dei dati elaborati da Agenas, le Regioni identificate come resilienti sono quelle che hanno reagito prima, emanando delibere per la ripresa dell’attiva subito dopo il termine della fase 1. Tale capacità organizzativa ha esitato in un minor decremento di attività rispetto all’anno precedente». 

LA CHIRURGIA
Due gli ambiti di valutazione. Il primo ha riguardato i giorni di sospensione e la percentuale di prestazioni di chirurgia in elezione che sono state sospese, rinviate o cancellate. Il periodo marzo-giugno 2020 è stato messo a confronto con gli stessi mesi del 2019. Ebbene il Veneto, seguito dal Lazio e dalla Toscana, è la Regione che ha mostrato la reattività più alta malgrado l’impatto più elevato, rivelando così un approccio resiliente, in quanto «la tempestiva riattivazione dei ricoveri chirurgici ha consentito di ridurre il numero di ricoveri chirurgici “persi” rispetto allo stesso periodo del 2019». 
Secondo un recente studio, condotto dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e dall’istituto di management della Scuola Sant’Anna di Pisa, fra gennaio e giugno del 2020 il Veneto ha visto una flessione di 70.247 ricoveri rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo è stato del 20,5%, a fronte di territori che hanno invece patito anche -42,9% (Marche) o perfino -49,2% (Molise). Non a caso la sforbiciata complessiva in Italia è stata di 1,1 milioni di degenze, per un valore di 3,5 miliardi di euro.

LE VISITE
Il secondo punto di osservazione ha coinvolto le prestazioni ambulatoriali bloccate o posticipate, mettendole in relazione con i giorni di sospensione, nell’arco di tempo compreso fra gennaio e settembre. Anche in questo caso, secondo Altems, il Veneto ha mostrato un approccio resiliente, all’interno di un gruppo che comprende pure Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Calabria, Toscana, Lazio, Lombardia, Marche e Liguria: «La tempestiva riattivazione delle attività specialistiche ambulatoriali ha consentito di ridurre il numero di attività specialistica ambulatoriale “perse” rispetto allo stesso periodo del 2019».
Al riguardo, il monitoraggio effettuato nei primi nove mesi del 2020 da Agenas e Sant’Anna ha registrato in Veneto contrazioni così quantificate (e relativamente ridotte, rispetto ad altre aree in Italia): visite di controllo -31,1%, prestazioni oncologiche -20,7%, prima visita oculistica -46,4%, prima visita neurologica -39,3%.

Ultimo aggiornamento: 20:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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