Hanno ricevuto un vaccino anti Covid, che però non è stato ancora autorizzato. E chissà se mai lo sarà, dopo che la Corte dei Conti ha bloccato il finanziamento pubblico per l'ultima parte della sperimentazione e l'avvio della produzione industriale.
Vaccino ReiThera
All'inizio il progetto autorizzato da Aifa, e sostenuto da 8 milioni stanziati dalla Regione Lazio e dal ministero della Ricerca, era ambizioso e promettente: costituire la risposta italiana alle multinazionali del farmaco. La speranza era riposta in GRAd-COV2, basato su un vettore adenovirale derivante dal gorilla, modificato affinché non potesse replicarsi. Lo scorso 5 gennaio erano stati presentati i risultati della fase 1, condotta su 90 volontari, tuttavia non ancora pubblicati in un articolo scientifico. Il 17 febbraio l'azienda laziale aveva sottoscritto con il ministero dello Sviluppo economico e con Invitalia un accordo che prevedeva, in aggiunta all'impegno privato per 32 milioni e all'ingresso della società controllata con altri 15, un contributo statale di ulteriori 49, dei quali 41,2 a fondo perduto. Il 20 maggio, però, i magistrati contabili avevano rilevato «l'assenza di un valido e sufficiente investimento produttivo» e avevano perciò deliberato di ricusare il visto all'intesa.
Sperimentazione ReiThera
Nel frattempo, tuttavia, il 18 marzo era cominciata la fase 2, che coinvolgeva 900 volontari divisi in tre gruppi per comparare i diversi esiti del test: alcuni avrebbero ricevuto una singola dose, altri ne avrebbero ottenute due a tre settimane di distanza l'una dall'altra, i restanti avrebbero avuto il placebo. Alla fine questi ultimi sono risultati i più fortunati, visto lo stop del supporto pubblico al prosieguo della sperimentazione e alla partenza della produzione. Uscendo dal programma, infatti, si tratta di liberi cittadini che possono scegliere se farsi somministrare Pfizer/Biontech, Moderna, AstraZeneca o Johnson&Johnson, che hanno ottenuto tutti i permessi delle autorità regolatorie internazionali e italiane. Invece quanti hanno effettivamente ricevuto il vaccino di ReiThera, non risultano formalmente immunizzati e pertanto non possono farsi rilasciare il Green Pass, però al tempo stesso non è chiaro quanto tempo dovranno aspettare per aderire alla campagna vaccinale ufficiale, magari mesi come succede per le persone guarite dal Covid. Nell'attesa, per viaggiare in Europa o per partecipare a un evento, questi individui si vedranno chiedere il referto di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. È lo stesso destino toccato in sorte agli italiani che si sono vaccinati all'estero, dove magari vivono e lavorano, con Sputnik o con Sinovac, i prodotti russo e cinese che qui non sono stati validati. Un nodo ancora da sciogliere.