«Impegnative e tamponi, il sistema in Veneto non regge più»

Venerdì 28 Gennaio 2022 di Alda Vanzan
«Impegnative e tamponi, il sistema in Veneto non regge più»

VENEZIA - Il Veneto resterà in zona gialla anche la prossima settimana, ma alle famiglie alle prese con la burocrazia per far tornare a scuola i ragazzi, i colori di questa quarta ondata pandemica forse interessano poco.

Conta di più l'impegnativa per portare i figli a fare il tampone gratuitamente, solo che adesso si fa fatica ad avere anche quel pezzo di carta. «Scuole nel caos, famiglie costrette ad arrangiarsi tra tamponi e Dad», denunciano i consiglieri regionali del Pd. «I Sisp, i Servizi di igiene e sanità pubblica, sono saltati, non c'è stata organizzazione», rincara il segretario della Fimmg veneta (la maggiore organizzazione dei medici di base, rappresenta il 65% della categoria) Maurizio Scassola. «Non è vero che i Sisp sono saltati, anzi, li abbiamo potenziati, è il sistema che con i numeri di questa pandemia non può reggere», ribatte l'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, peraltro ancora positiva al Covid-19 ancorché asintomatica. E tra accuse e repliche, la cronaca racconta anche di una bambina vicentina di cinque anni che si è ritrovata da sola alla riapertura dell'asilo.


LE REGOLE

Molti dei problemi lamentati si risolverebbero cambiando le regole: le Regioni hanno chiesto di consentire le lezioni in presenza anche agli studenti positivi a patto che siano senza sintomi. Con le attuali regole, stando a un sondaggio dell'Associazione nazionale presidi, al 21 gennaio il 32% di classi erano in Dad nella scuola dell'infanzia e il 23% nella primaria. In Veneto, in base a una stima della Direzione Prevenzione, tra l'11 e il 25 gennaio uno studente su sette era a casa. Ma in attesa dell'annunciata semplificazione delle regole, le famiglie devono fare i conti con quelle vigenti. E la difficoltà maggiore è avere il pezzo di carta per fare il tampone.
«I problemi sono anche regionali - dicono i consiglieri del Pd -. Il Sisp ha ormai rinunciato a qualsiasi tracciamento, la resa sulle impegnative di fine quarantena è la ciliegina, mentre il progetto delle Scuole sentinella è sospeso dal 5 gennaio. Le famiglie sempre più spesso sono costrette ad arrangiarsi con i tamponi, rivolgendosi alle strutture private e pagandoli a caro prezzo per accelerare la tempistica».
«I Sisp sono saltati - conferma Scassola - basti pensare all'Ulss 3 Serenissima su 2.500 richieste riescono ad evaderne meno della metà. E così le famiglie per poter fare i tamponi ai ragazzi si rivolgono ai medici di base». E qui si apre un altro capitolo: la Fimmg, al contrario di Snami e Smi, lo scorso 20 gennaio ha sottoscritto l'Accordo collettivo nazionale 2016-2018, ma ora chiede «un confronto immediato con la Regione». In ballo c'è la vecchia (e contestata) idea di Palazzo Balbi, già prevista nel Piano sociosanitario del 2018, di trasformare le convenzioni con i medici di famiglia in rapporti di lavoro di dipendenza, quantomeno per i nuovi assunti. Ma c'è anche la gestione della pandemia: «L'informatica regionale non ci sta fornendo alcun supporto, con Azienda Zero c'è carenza di collaborazione - dice il segretario della Fimmg - e intanto il medico di medicina generale è diventato un imbuto, tutte le richieste passano di qua: una volta la burocrazia rappresentava il 40% del nostro lavoro, ora siamo all'80%. Significa che alla cura della persona resta solo il 20%». Scartoffie che aumentano senza preavviso: «Dei tamponi di fine isolamento abbiamo saputo durante la diretta del presidente Zaia di sabato scorso».
Soluzioni? «Noi i Sisp li abbiamo potenziati, ma con questi numeri, con così tanti contagi, isolamenti e quarantene il sistema non può reggere, per questo sono stati coinvolti le farmacie, i pediatri, i medici di base ai quali riconosciamo il lavoro immane svolto, fanno parte del nostro Sistema sanitario regionale», dice l'assessore Lanzarin. Novità sul fronte scuola? «Siamo in attesa di comunicazioni ufficiali».

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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