Primarie anche per la Lega: chiamata alle urne per 5mila militanti

Venerdì 5 Maggio 2017 di Alda Vanzan
Primarie anche per la Lega: chiamata alle urne per 5mila militanti
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Dopo quelle del Pd, adesso tocca alle primarie della Lega. Partita in sordina appena la settimana scorsa, la consultazione si dividerà in tre fasi: raccolta delle firme, primarie, votazione conclusiva (e peraltro decisiva) dei soli delegati. Il tutto per stabilire se a capo della segreteria del Carroccio dovrà continuare a esserci Matteo Salvini o se, invece, si vorrà cedere il comando a Gianni Fava, l’assessore lombardo all’Agricoltura di 49 anni sostenuto da Umberto Bossi che, tra le altre cose, non tifa Le Pen.

La vittoria di Salvini viene data per scontata, soprattutto in Veneto, dove i sostenitori dell’assessore di Bobo Maroni si contano sulle dita di una mano. «Mi risulta che solo due militanti abbiano firmato per Fava», dice il segretario veneto Toni da Re. In realtà il conteggio aggiornato dovrebbe aggirarsi sui quattro-cinque sostenitori, ma, appunto, è poca roba. Tra questi, come riferiamo nell’articolo a lato, c’è il segretario della circoscrizione di Bassano del Grappa, Serse Capuzzi, uno dei pochi ad aver avuto il coraggio di contraddire Salvini giusto un anno fa in un dibattito a Vicenza. Ma sono contestazioni isolate. Dice il capogruppo in Regione Nicola Finco: «Come possiamo non essere compatti su Matteo? Due anni fa ci ha permesso di ottenere un ottimo risultato alle Regionali superando le divisioni su Tosi, ha risollevato un partito che era dato per morto». E il collega Luciano Sandonà punta l’indice sui vicini di regione: «Questa improvvisa contrapposizione al segretario parte dalla Lombardia e sembra eterodiretta dall’esterno: si mira a indebolire Salvini nel momento in cui sta diventando protagonista dello scenario politico italiano».

Tant’è, queste primarie sembrano ancora più complicate di quelle del Pd.

Prima fase: dalla scorsa settimana e fino a mezzogiorno di domenica 7 maggio i candidati alla segreteria federale - Salvini e Fava - per essere davvero candidati devono raccogliere almeno mille firme nel territorio della Padania (cioè il Nord più Toscana, Umbria, Marche). Può firmare da chi ha almeno un anno di militanza (che si somma al primo anno di sostenitore) alla data del 31 dicembre 2016. La raccolta delle firme, spiega il segretario della Lega di Vicenza Erik Pretto, può avvenire solo nelle sedi provinciali o circoscrizionali. Niente gazebo.
Seconda fase, primarie interne: domenica 14 maggio - sempre che i due candidati ottengano mille firme - i militanti (circa 5mila in Veneto) votano tra i due.

Terza fase: domenica 21 maggio i delegati (circa 600 in tutta la Padania compresi i segretari provinciali, un centinaio in Veneto) votano tra Salvini e Fava. Paradossalmente i delegati (che sono quelli eletti nei precedenti congressi) potrebbero ribaltare il verdetto dei militanti. Vale il voto dei delegati, che peraltro votano due volte, sia alle primarie che il 21 maggio. A meno che le primarie non decretino un risultato così schiacciante per Salvini da procedere poi per acclamazione.

Lunedì, intanto, a Milano si riunirà il consiglio federale per la conta delle firme.
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