VENEZIA - È racchiusa fra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige l'area d'Italia meno interessata al Reddito di cittadinanza.
L'AUMENTO
l 2021 ha registrato un aumento nel ricorso al beneficio rispetto al 2020. Le famiglie che hanno incamerato almeno una mensilità sono salite da 1,4 a 1,6 milioni, per un incremento medio del 12,2%, compreso fra il 22,7% del Lazio e il +1% del Friuli Venezia Giulia, con il Veneto che ha segnato +7,1%. In termini assoluti i percettori veneti sono 39.995 e quelli friulgiuliani 13.128, dati che costituiscono rispettivamente il 2,5% e l'0,8% del totale nazionale. Numeri ben più consistenti riguardano il Centro-Sud: le famiglie ricomprese sono 331.973 (il 20,8%) in Campania, 281.686 (il 17,7%) in Sicilia, 167.860 (il 10,5%) nel Lanzio e 142.685 (il 9%) in Puglia.
Per quanto riguarda l'ultimo mese disponibile, quello di dicembre, il Reddito di cittadinanza è entrato in 28.085 case del Veneto (2,3%) e in 9.591 del Friuli Venezia Giulia (0,8%). A livello provinciale, alla fine dell'anno hanno fruito della misura 5.920 famiglie del Veronese, 5.739 del Padovano, 5.481 del Veneziano, 4.183 del Vicentino, 4.004 del Trevigiano, 2.038 del Polesine e 720 del Bellunese.
I COSTI
Osserva Antonio Ferrarelli, presidente di Think Tank Nord Est: «Tra i motivi delle difficoltà di reclutamento del personale nel settore turistico si è spesso citato il Reddito di cittadinanza, anche se in Veneto la sua incidenza è più contenuta rispetto ad altre regioni, per cui è lecito ritenere che non sia stato la causa determinante, perlomeno in questo territorio. Le misure di sostegno al reddito sono importanti strumenti di lotta alla povertà e all'esclusione sociale, ma i loro costi si devono misurare con l'effettiva capacità di creare opportunità di lavoro e quindi si devono integrare con le politiche attive e gli sgravi alle imprese che assumono».
Per la Fondazione, sono corrette le modifiche che hanno ridotto da 3 a 2 le offerte di lavoro congrue prima della decadenza dal beneficio, individuandone l'appropriatezza in una durata del contratto di almeno 3 mesi e in una distanza dal domicilio non superiore a 80 chilometri. «La riforma del reddito di cittadinanza ha pertanto intrapreso la strada giusta chiude Ferrarelli auspicando che possa diventare uno strumento realmente in grado di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, aumentando al contempo i controlli per evitare abusi e spreco di risorse statali».