VENEZIA - Mancano medici di base e soprattutto infermieri, ma l'obiettivo è di invertire la rotta da qui al 2027, riuscendo ad avere personale sufficiente alle esigenze di salute. È questo il senso dell'analisi sul personale condotta dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, guardando alle prospettive di un settore che all'impatto con il Covid vedeva arruolato a Nordest circa il 12% dei dipendenti impiegati nelle strutture pubbliche. Proprio sulla scorta dell'esperienza maturata in questi ultimi tre anni, l'auspicio è di poter incrementare quei numeri: «La disponibilità di tali risorse umane dovrebbe essere tale da assicurare i livelli essenziali definiti anche in circostanze straordinarie come la pandemia», avvertono gli analisti.
LE CRITICITÀ
I DATI
I dati sono eloquenti, indicando una contrazione media del 5% a livello nazionale. Per quanto riguarda il Veneto, i medici di famiglia erano 3.123 nel 2019, sono scesi a 3.070 nel 2020 e sono ulteriormente calati a 2.995 nel 2021: nel triennio, la riduzione è stata dunque del 4%. Una certa diminuzione ha riguardato anche i pediatri di libera scelta: da 551, a 549, a 538 (-2,3%). Una tendenza analoga vale pure per il Friuli Venezia Giulia, dove i medici di base sono passati da 809 a 790 a 768 (-5%) e i pediatri da 121 a 119 a 116 (-4,1%).
LA GOBBA
Secondo la ricerca di Agenas, le Regioni pagano dazio al blocco del turn-over e ai tetti di spesa negli ingaggi: «Il protrarsi del blocco delle assunzioni, interrompendo la regolare alimentazione dei ruoli, ha determinato l'innalzamento dell'età media del personale e il conseguente fenomeno della gobba pensionistica. Tale fenomeno, sebbene riguardi tutto il personale sanitario, appare naturalmente più minaccioso per i profili professionali già carenti. Le due categorie più a rischio appaiono essere i mmg e gli infermieri». Durante l'emergenza Covid, i Governi che si sono succeduti hanno varato una serie di misure mirate ad allentare i vincoli di spesa e a superare l'imbuto formativo, che però «non hanno prodotto significative correzioni delle consistenze di personale infermieri e mmg».
LA FORMAZIONE
Proprio sul versante della formazione, tuttavia, nel giro di un lustro dovrebbero vedersi miglioramenti innanzi tutto sul fronte dei medici ospedalieri: «L'offerta formativa delle diverse scuole di specializzazione è stata sensibilmente incrementata a partire dal 2018. Gli effetti di tali incrementi saranno apprezzabili da cinque a sei anni dopo, quindi a partire dal 2023. Per il quinquennio 2022-2027 l'offerta formativa delle varie scuole di specializzazione sarà in grado di assicurare, a legislazione costante, il numero di pensionamenti prevedibile per lo stesso periodo». Quanto ai medici di medicina generale, i fondi del Pnrr hanno permesso un tangibile aumento delle borse per la formazione a Nordest, cresciute in Veneto dalle 50 del 2014 alle 306 del 2021 e in Friuli Venezia Giulia da 20 a 57.
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