«A 90 anni sono super-attivo ma mi sento discriminato»

Martedì 16 Febbraio 2021 di Angela Pederiva
Pier Luigi Pizzi
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Come direbbe Caronte al suo Orfeo: «O tu ch'innanzi a mort'a queste rive temerario te'n vieni, arresta i passi». In effetti Pier Luigi Pizzi, che dell'opera di Monteverdi è il regista, ha tutta l'intenzione di vivere. «Ma siccome sono nato nel 1930, per la Regione sarei un povero 90enne condannato alla rottamazione, per cui non merito il vaccino adesso...», si sfoga.


Il presidente Luca Zaia e l'assessore Manuela Lanzarin hanno spiegato che è stata data la precedenza agli 80enni perché è verosimile che abbiano una vita sociale più attiva.
«Ma questa è una discriminazione assurda.

Sono in partenza per Ravenna, dove comincerò le prove dell'Orfeo e sono in piena attività. Non si capisce perché la Regione Veneto abbia deciso che i novantenni devono stare in casa ad aspettare la morte. Altrove non è così: mi risulta che in Lombardia abbiano fatto il vaccino a una signora di 101 anni».


Forse perché vive in una Rsa?
«Allora bisogna che ci chiudiamo tutti in casa di riposo? Viviamo davvero in un Paese di matti. La cosa incredibile è che mio figlio ha chiamato l'Asl di Venezia per avere informazioni sui tempi, dato che il mio medico di base ha detto di non saperne niente. Ma nemmeno l'azienda sanitaria è stata in grado di dirci nulla. In altre regioni fanno quello che gli pare, come il signor Vincenzo De Luca che in Campania si è fatto vaccinare per primo per dare l'esempio, indipendentemente dall'età. Invece qui bisogna sottostare a regole assurde. Perché la Regione mi mette nella categoria rottamati? Sono super-attivo». 


Anche nella pandemia?
«Tra un'ondata e l'altra ho inaugurato il Festival di Spoleto, ho diretto il Rinaldo al Maggio Fiorentino e il Barbiere di Siviglia a Pesaro, ho curato due mostre al Teatro alla Scala e alla Reggia di Versailles, ho scritto il libro Ritrovare Venezia. Sono abituato a lavorare da sempre, per me è questo il ritmo».


Quanto la spaventa il Covid?
«In realtà non ho particolari preoccupazioni: sono prudente e cerco di rispettare le regole. Ma nello stesso tempo voglio poter continuare a muovermi, per svolgere la mia professione di regista e scenografo, grazie a cui pago bollette e imposte».


Purtroppo ci si è messa anche la carenza di vaccini.
«Purtroppo? È grave essersi ritrovati in queste condizioni. Cambiano i governi, ma i responsabili stanno sempre lì. Se ci fossero più dosi, andrebbero comunque usate con criterio e buon senso. Infatti non chiedo nessun privilegio, ma solo di essere tutelato. Sarebbe un vanto per il Veneto poter distinguersi e non essere considerato da meno delle altre Regioni».

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