Piazze vietate a chi non abiura il fascismo: bufera sul sindaco

Giovedì 22 Febbraio 2018 di Roberto Cervellin
Il sindaco di Vicenza Achille Variati ed Elena Donazzan
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VICENZA - Vuoi fare un comizio o allestire uno stand in piazza? Prima devi abiurare il fascismo. Scoppia la polemica sul sindaco di Vicenza Achille Variati che, in una delibera di giunta, obbliga chi chiederà uno spazio pubblico - esclusi i plateatici di bar e ristoranti - a dire chiaramente  “no” al fascismo. Poche righe in cui si dichiarerà di ripudiarlo. La proposta, pronta a passare in consiglio comunale, ha sollevato un polverone.

Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione, ha detto che non firmerà mai. «Gli antifascisti oggi sono violenti, prevaricatori, provocatori professionisti, picchiatori organizzati - osserva - Il pericolo della violenza c’è e va eliminato. Non firmerò mai questo proclama, perché sono per il rispetto delle idee, contro la violenza, per la libertà di pensiero». Ironico Michele Dalla Negra, capogruppo consiliare di Forza Italia: «Achille III pensa di risolvere i problemi della città imponendo a coloro che chiedono il plateatico di dichiararsi antifascisti. Se crede ancora nei fantasmi dovrebbe chiamare i ghostbusters». Critica anche Forza Nuova che per il 24 febbraio - l'appuntamento è alle 16.30 in contra' Muschieria - ha annunciato una manifestazione dallo slogan emblematico: “La libertà di espressione nell'Italia democratica”.

Ma palazzo Trissino tira dritto. L'obiettivo è modificare il regolamento per l'applicazione del canone di occupazione di spazi e aree pubbliche. «Da più parti emerge preoccupazione per il diffondersi di movimenti che si ispirano al fascismo che tanto male ha fatto nella nostra storia - commenta Variati - Sulla scia di quanto hanno fatto altre città italiane, mi sembra opportuno che Vicenza, medaglia d'oro per la Resistenza oltre che per il Risorgimento, ribadisca quanto dovrebbe già essere nel dna di tutti».

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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