Greenpeace protesta in Canal Grande: «Regione, subito la bonifica»

Mercoledì 6 Dicembre 2017
La protesta contro l'inquinamento da Pfas-Pfoa davanti al Consiglio regionale sul Canal Grande aa Venezia
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VENEZIA - Mamme "NO PFAS", cittadini dei comuni veneti interessati dall’inquinamento da PFAS, insieme ad attivisti della Climate Defense Units e di Greenpeace sono entrati in azione questa mattina a Venezia, davanti alla sede del Consiglio Regionale del Veneto a Palazzo Ferro Fini, per protestare contro il grave inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) che interessa un’ampia area del Veneto compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova.

Circa 30 attivisti hanno raggiunto il palazzo regionale in barca e hanno aperto sul pontile uno striscione “Bonifica subito” per chiedere l’avvio delle operazioni di bonifica del sito di Miteni, l’azienda chimica di Trissino ritenuta dalle autorità la principale fonte della contaminazione.

Gli attivisti hanno chiesto di essere ricevuti durante la seduta del Consiglio Regionale in corso. Contemporaneamente davanti a Palazzo Ferro Fini, dall’altro lato del Canal Grande presso le fondamenta della Salute, circa 50 attivisti creavano un presidio informativo per spiegare le ragioni della protesta.
 
 


«La lentezza con cui si sta procedendo all’individuazione delle zone da cui ha origine l’inquinamento è inaccettabile, soprattutto per le migliaia di cittadini veneti che continuano a subire quotidianamente le conseguenze sulla propria salute e su quella dei loro figli. In base alle ultime notizie divulgate dalla stampa, i dati della contaminazione sono stati trasmessi da Miteni a luglio, ma Regione e ARPAV non sembrano tenerne completamente conto per individuare le zone prioritarie da analizzare» afferma Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

La Regione Veneto - ricorda Greenpeace - si è dotata di una norma che le dà la possibilità di intervenire su
«siti industriali potenzialmente contaminati, che abbiano generato o che siano ancora in grado di generare situazioni di criticità relative alle acque utilizzate per l’approvvigionamento idropotabile». La norma prevede la chiusura o la delocalizzazione, nel più breve tempo possibile. Ma «nonostante i dati recenti di Miteni evidenzino importanti e attuali criticità riguardo la contaminazione, la Regione Veneto non è ancora intervenuta».



 

Ultimo aggiornamento: 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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