​Nel 2022 in Veneto 897 casi e 715 persone già ritrovate. «Ma sui monti è più difficile»

Giovedì 2 Marzo 2023 di Angela Pederiva
Nel 2022 in Veneto 897 casi e 715 persone già ritrovate. «Ma sui monti è più difficile»

L'appuntamento è fissato per domenica 5 marzo, alle 16, al Palafenderl di Vittorio Veneto. «Chi dimentica, cancella: noi non dimentichiamo», è il messaggio che sarà lanciato dall'associazione Penelope, in occasione dell'evento "Gli scomparsi in montagna" in memoria di padre Michele Bottacin e di tutti gli altri. «Purtroppo il territorio montano riflette la presidente veneta Daniela Ferrari amplifica i contorni del dramma per la famiglia che sta cercando un proprio caro.

La particolare morfologia del terreno rende molto più difficili i ritrovamenti. In altre situazioni, se non viene rinvenuto un corpo, si può sempre pensare che ci sia una spiegazione della sparizione diversa dalla morte. Quando invece ci si trova davanti a canaloni e crepacci, è possibile che non si arrivi a niente e per i familiari diventa veramente difficile rassegnarsi. Come nel caso dei Bottacin, che attendono notizie dal 2002».


LA RELAZIONE
È stato l'anno del ventennale anche per la fondazione di Penelope, nonché decennale di approvazione della legge di riferimento per le ricerche e quindicesimo anniversario di istituzione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Una tripla ricorrenza ricordata proprio da quest'ultimo, il prefetto Antonino Bella, nella relazione annuale sul fenomeno. Dal documento emerge che nel 2022 a livello nazionale sono state 24.369 le denunce di scomparsa, cioè una media di 67 al giorno, con un aumento del 26,46% rispetto al 2021. Quasi metà delle persone sono state ritrovate: 12.170, per il 98,56% ancora in vita.


LA REGIONE
Nel buon esito delle ricerche, il Veneto figura fra le prime tre regioni in Italia insieme al Trentino Alto Adige e all'Emilia Romagna. Rispetto alle denunce degli anni precedenti, nel 2022 sono stati ritrovati in vita 55 individui. Prendendo in considerazione solo i casi relativi a cittadini italiani, la percentuale di ritrovamento più alta spetta proprio al Veneto con l'87,56%; per quanto riguarda gli stranieri, la regione è seconda in Italia.
Dai numeri risulta che la maggior parte delle scomparse si risolve positivamente in poco tempo. Lo scorso anno in Veneto su 897 denunce (579 italiani e 318 stranieri, in testa Padova con 233 e Verona con 228), sono stati registrati 715 ritrovamenti (507 italiani e 208 stranieri). Nell'ultimo mezzo secolo, cioè a partire dal 1974, le denunce sono state 6.493 e i ritrovamenti 6.051, per cui non si sono più avute notizie di 442 persone.


LE PROPOSTE
Per rendere più efficaci le ricerche, la struttura commissariale è tornata a sollecitare il potenziamento della banca dati del Dna, ai fini dell'identificazione dei corpi. Ma il commissario Bella ha formulato anche altre tre proposte al Parlamento di sostegno alle famiglie degli scomparsi. Innanzi tutto le misure di ristoro economico degli oneri sostenuti per le spese legali e di assistenza medica e psicologica. Poi l'estensione, senza oneri aggiuntivi, della disciplina delle cosiddette "ferie solidali", per cui un dipendente può cedere una parte dei propri giorni di assenza dal lavoro a colleghi che si trovino ad affrontare questo dramma, un po' come attualmente succede per chi deve accudire figli gravemente malati. Infine la riduzione dei tempi per la dichiarazione di morte presunta, attualmente previsti in dieci anni dall'ultima notizia dell'assente o in nove anni dal raggiungimento della maggiore età dello scomparso, tema peraltro già affrontato nella passata legislatura attraverso due proposte di legge rimaste sulla carta.

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