Pediatri in Veneto, 30 posti liberi e solo 5 domande presentate

Mercoledì 31 Luglio 2019 di Alda Vanzan
Pediatri in Veneto, 30 posti liberi e solo 5 domande presentate
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Difficile immaginare che oggi ci sarà la corsa dei pediatri, tutti a presentare domanda per poter lavorare in Veneto. Il termine del concorso bandito da Azienda Zero scade domani, giovedì 1° agosto. E non si può certo dire che finora ci sia stata la ressa. «Abbiamo trenta posti da assegnare - dice l'assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin - e sapete quante domande sono arrivate? Cinque. È chiaro che a questo punto dobbiamo ripensare con i medici certe scelte». Il ripensamento è contenuto in una delibera della giunta veneta pubblicata ieri sul Bur che prevede l'istituzione di un tavolo tecnico paritetico, presieduto dal direttore dell'Area Sanità e Sociale, per la revisione dell'accordo regionale per la pediatria di libera scelta risalente al 2006. Il punto è che il nuovo Piano socio sanitario regionale del 2018 prevede non solo l'assunzione dei pediatri (e dei medici) di  base da convenzionati a dipendenti (cosa che peraltro aveva scatenato non poche polemiche), ma anche la possibilità di far diventare di base i pediatri ospedalieri, soprattutto per coprire le zone carenti, in montagna o nel Polesine. Ma se in ospedale i pediatri non si trovano neanche col lanternino, come si può pensare di utilizzare i pochi in servizio per i servizi di base?
I DATIIn Italia mancano 56mila medici, in Veneto 1.300. «Per pediatria in Veneto abbiamo 442 medici totali in organico e ce ne mancano 81», dice l'assessore Lanzarin. Di qui il concorso per 30 posti. Con, finora, solo 5 domande. «A fronte di una significativa carenza di pediatri ospedalieri sul contesto regionale - dice Lanzarin - si rende necessario garantire una integrazione funzionale tra strutture ospedaliere e territoriali al fine di evitare l'interruzione di pubblico servizio, preservando il mantenimento degli attuali livelli assistenziali sia ospedalieri che territoriali». È in quest'ottica che è stato deciso di rivedere la delibera 2667 del 7 agosto 2006 inerente l'Accordo regionale per la pediatria di libera scelta. «Abbiamo deciso di istituire un tavolo tecnico paritetico e riaprire il dialogo con i pediatri», spiega l'assessore. L'effetto conseguente è che, finché non saranno valutate e decise proposte, sarà sospesa la pubblicazione delle zone carenti di pediatri di libera scelta. E ci sarà anche la sospensione dell'avvio delle sperimentazioni riguardanti i pediatri del Servizio sanitario nazionale nella gestione dell'assistenza pediatrica di base.
Una decisione, quest'ultima, condivisa dall'opposizione: «Così si evita l'assunzione di pediatri di base vista la carenza di ospedalieri - dice il consigliere regionale Claudio Sinigaglia (Partito Democratico) - Vedremo quali proposte emergeranno dal tavolo paritetico con le parti coinvolte. Immagino possano esserci degli incentivi per le zone carenti di pediatria di libera scelta, quali sono ad esempio alcune aree padovane».
Ma la soluzione definiva quale può essere? «È un problema pesante - dice il presidente della Quinta commissione Sanità, Fabrizio Boron (Zaia Presidente) - per il quale c'è bisogno di una soluzione emergenziale. Ma finché dipenderemo da numeri decisi dal ministero che non conosce i territori, non ne usciremo. Ecco perché la vera soluzione sarà l'autonomia».
Alda Vanzan
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