Pd del Veneto, ci sono "troppe
anime". E Matteo Renzi invia Lotti

Domenica 17 Aprile 2016
Pd del Veneto, ci sono "troppe anime". E Matteo Renzi invia Lotti
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VENEZIA - Appena 45 minuti per dare il via libera alla commissione che deve vigilare e fare rispettare le regole per il congresso del 3 luglio. Sì anche al tavolo attorno al quale sedersi, tutti insieme (mah), e tentare di trovare una linea comune sul referendum confermativo della riforma costituzionale approvata in via definitiva dal Parlamento e sul tema immigrazione. In superficie, sembra regnare la tranquillità, ma pochi centimetri sotto il pelo dell’acqua, la corrente si fa più forte e il Pd del Veneto resta in balia di sé stesso.

Sciolto, con non poche difficoltà (dopo un anno trascorso a leccarsi le ferite, non ancora sanate, per il ko subito alle regionali del 2015), il nodo "congresso subito, sì o no", con la definizione salomonica di raccogliersi fra pochi mesi per scegliere il nuovo segretario che sostituirà l’uscente Roger De Menech, ieri la direzione dem ha raggiunto il primo traguardo: la commissione congresso sarà presieduta dal segretario organizzativo Filippo Silvestri, affiancato dai due vice segretari Piero Ruzzante e Raffaela Salmaso, dai sette segretari provinciali, dagli ex segretari Rosanna Filippin e Paolo Giaretta, da De Menech, dalla capogruppo in consiglio regionale Alessandra Moretti, da Alessandro Basso segretario dei Giovani democratici... Alla faccia della snellezza, ha commentato la deputata Simonetta Rubinato. Lei non è riuscita ad arrivare, ieri, alla direzione. Se ci fosse stata avrebbe votato contro «questo affollamento».

Nessuno si sbilancia nel toto nomi per il segretario. Per ora si parla di Giorgio Santini, dell’area cattolica, della stessa Rubinato e dell’altra lady trevigiana, la senatrice Laura Puppato. Qualcuno butta lì Achille Variati, sindaco di Vicenza, anche se sembrerebbe incompatibile da Statuto. «Prima discutiamo di programma» invita Davide Zoggia, della sinistra interna, e «di che partito vogliamo essere». E qui, le note sono dolenti. Le posizione si sprecano, ad esempio, sul referendum costituzionale. «Per me - spiega Zoggia - il testo Boschi approvato non basta: per il Veneto serve di più». Un’altra eco: il Pd veneto non può più accettare di adeguarsi al verbo di Renzi, tacendo. Per cercare di mettere ordine tra i suoi fedelissimi, il leader del Pd invia in Veneto Luca Lotti, non in veste di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma di collante dell’area renziana, oggi divisa tra doc ed ex Dc. Tutti convocati, domani, a Padova, a porte chiuse ovviamente.
Gi. Ga
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