Patenti prese con il trucco: l'esame di teoria era un bluff. Dieci arresti

Lunedì 3 Ottobre 2016
Le microspie scoperte agli esami
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È  scattata all’alba di questa mattina un'operazione contro il conseguimento fraudolento della patente di guida - la principale di questo genere nel Veneto - condotta dalla Polizia Stradale di Treviso, diretta dalla Procura della Repubblica di Padova, che vede diverse decine di indagati e l’esecuzione di 10 provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di cittadini italiani e stranieri in provincia di Treviso, Venezia, Bergamo e Brescia.

L'ASSURDITÀ  Microfoni "troppo" nascosti: alcuni candidati sono finiti in ospedale (GUARDA IL VIDEO)

L’attività della Polizia Stradale, coordinata dal Pubblico Ministero dottoressa Federica Baccaglini della Procura della Repubblica di Padova, ha preso le mosse dalle segnalazioni arrivate dalla direzione della Motorizzazione di Venezia, che aveva riscontrato sospette irregolarità e ha consentito di smantellare un’articolata associazione a delinquere dedita da anni al conseguimento fraudolento della patente di guida attraverso la falsificazione di centinaia di esami teorici di guida nelle Motorizzazioni di Treviso, Padova e Venezia, composta da cittadini italiani e stranieri residenti nelle province citate ed in altre con un giro d’affari annuo superiore a 600.000 euro. Ogni candidato per avere la patente pagava dai 2mila ei 3mila euro.

MICROTELECAMERE E AURICOLARI INVISIBILI PER BARARE (GUARDA IL VIDEO)
Nel corso dell’anno 2015 la Polizia Stradale di Treviso ha individuato e denunciato diversi cittadini stranieri, principalmente di etnia indo-pakistana, che si presentavano presso le aule della Motorizzazione Civile di Treviso per sostenere l’esame teorico necessario al conseguimento del titolo abilitativo di guida italiano mediante l’utilizzo di microtelecamere e microauricolari occultati sul corpo al fine di ottenere a distanza le risposte esatte alle domande proposte. (VIDEO - ECCO COME FUNZIONAVA) I candidati, alcuni in qualità di iscritti alle stesse autoscuole di proprietà dei criminali, anche se per lo più privatisti, il giorno prefissato per il sostenimento dell’esame, venivano preventivamente contattati, dapprima negli stessi ambienti delle autoscuole della zona e successivamente presso le loro abitazioni, da personaggi facenti parte del sodalizio. Questi provvedevano a posizionare direttamente sulla pelle nuda dei candidati, sistemi di trasmissione audio/video prevalentemente mediante smartphone,  Microfoni "troppo" nascosti: alcuni candidati sono finiti in ospedale (GUARDA IL VIDEO).


 




GLI ARRESTATI
In carcere sono finiti Umberto Cavasin, nato a Venezia (classe 1956), residente a Mira (Ve); Faisal Jamil, nato a Sialkot (Pakistan) il (1981), residente a Montichiari (Bs); Moreno Semenzato, nato a Venezia (1955), residente a Vigonovo (Ve); Innocente Perico, nato a Carvico (Bg) (classe 1948) e qui residente. Ai domiciliari Ugo Chiapatti, nato a Treviso (1969), residente a Favaro Veneto (Ve); Agostino Genduso, nato a Treviso (1972), residente a Marcon (Ve); Dario Cavasin, nato a Dolo (Ve) (1980), residente a Mira (Ve); Gabriella Cavasin, nata a Mira (Ve) (1960), residente a Mira (Ve). Hanno l’obbligo di presentazione e di dimora: Mattia Cavasin, nato a Dolo (Ve) (classe 1987), residente a Mira (Ve); Valentina Cremasco, nata a Castelfranco Veneto (TV) (1986), residente a Vedelago (Tv).

LA MOTORIZZAZIONE

«Le attività della Polizia stradale che hanno portato alla scoperta di questi bluff sono partite dalle segnalazioni del nostro ufficio - spiega Francesco Baldari, responsabile della Motorizzazione di Venezia, Treviso e Belluno da maggio - In questa situazione noi siamo la parte lesa.
Le senglazioni erano partite già nel 2015, da quando questo fenomeno è diventato più "importante". L'operazione di oggi è il risultato di una sinergia virtuosa fra un'amministrazione vigilante e un'attività inquirente».

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 18:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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