«Paghiamo troppe tasse a Roma»:
Pasta Zara passa da Veneto a Fvg

Sabato 24 Gennaio 2015 di Maurizio Crema
«Paghiamo troppe tasse a Roma»: Pasta Zara passa da Veneto a Fvg
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Pasta Zara potrebbe emigrare. Non in Lussemburgo o a Londra come ha fatto la Fiat. Ma in Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale. «Ho messo al lavoro i miei commercialisti, ma non c’è niente di definito, stiamo solo valutando la cosa», conferma Furio Bragagnolo, presidente del gruppo che ha le sue radici in Dalmazia, appunto a Zara (in croato Zadar) e che ora potrebbe trasferirsi a Muggia (Trieste), ai confini con la Slovenia.



Lì un tempo sventolava il Leone di San Marco e oggi c’è la fabbrica più importante della società da 263 milioni di fatturato nel 2014 (280 previsti quest’anno) e 440 addetti. Attualmente la sede legale di Pasta Zara è a Riese Pio X, in provincia di Treviso, "feudo" del governatore regionale Luca Zaia. Un affronto al presidente leghista e un favore al braccio destro di Matteo Renzi Debora Serracchiani, che guida il Friuli Venezia Giulia? «Ma no, nessun affronto a Zaia, il Veneto se trasferissi la sede legale a Muggia non perderebbe nulla, tanto tutte le tasse che pago (e sono tante) finiscono in ogni caso a Roma. Almeno se passo in Friuli Venezia Giulia un po’ di quei soldi rimangono in regione perché loro sono autonomi», risponde Bragagnolo. Che comunque sulle sue confezioni di pasta ha piazzato una bandiera italiana e che vent’anni fa, ai tempi della neonata Croazia fu addirittura a rischio di embargo perché accusato di fomentare nostalgie dalle autorità della neonata repubblica post jugoslava; Zara infatti, dopo essere stata serenissima per secoli, fu italiana a cavallo tra le due guerre mondiali. E fu teatro di una delle tragedie del ’900 commemorata nel giorno del Ricordo il 10 febbraio di ogni anno. Dopo assassini e fucilazioni, migliaia di cittadini italiani furono espulsi dai comunisti di Tito in uno degli esodi biblici che caratterizzarono la fine della guerra e coinvolsero cittadini poi diventati grandi imprenditori in Italia come Ottavio Missoni e Franco Luxardo. La stessa fabbrica dei Bragagnolo a Zara prima fu bombardata dagli alleati e poi confiscata dai comunisti. Tornati nel Trevigiano, i Bragagnolo costruirono lo stabilimento a Riese ma cambiarono il logo in Pasta Zara proprio in memoria di quel mondo finito. Ora un altro piccolo esodo è in vista, ma dal sapore del tutto diverso e con uno spiccato accento federalista: i 6/10 del gettito Irpef, i 9/10 di quello Iva e molte altre fette d’imposta riscossi in Friuli Venezia Giulia rimangono a Trieste. A guadagnare dunque da questo contro esodo imprenditoriale potrebbe essere la Serracchiani. Quanto incasserebbe Trieste con il trasferimento della vostra sede legale? «Non lo so, bisogna vedere il modello F24, non sono un fiscalista - osserva Furio Bragagnolo - e non i dati. Ora stiamo stilando il bilancio del 2014, tra poche settimane ci sarà il consiglio d’amministrazione per approvarlo. E poi per trasferirsi a Muggia ci sono dei costi da affrontare, vediamo, abbiamo un anno di tempo per completare l’operazione».



Non è che vi hanno costretto? La finanziaria regionale della Serracchiani, la Friulia, è vostra socia all’8% e deve partecipare all’aumento di capitale di Pasta Zara con un milione di euro. «No, no, Friulia non c’entra niente, nessuna pressione, in primavera quei soldi arriveranno - assicura Bragagnolo -. E non avrò nemmeno nessun vantaggio fiscale o organizzativo, la mia sarebbe solo una decisione d’istinto: a Muggia ci siamo trovati molto bene». Con Roma sembra avere un conto aperto, ma Renzi non ha varato sgravi fiscali per voi imprenditori, Irap, assunzioni? «Vero, ora ci sono dei vantaggi, tanto che sto pensando ad assumere 30 persone tra Riese e Muggia. E con queste regole invece di prenderne due ti viene voglia di assumerne tre. Ma quella della sede legale è un’altra questione».
Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 11:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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