Ospedali, visite anche di domenica per recuperare gli arretrati

Giovedì 17 Giugno 2021 di Alda Vanzan
Ospedali, visite anche di domenica per recuperare gli arretrati

Mezzo milione di cataratte, di protesi al ginocchio e all'anca, di visite e di screening mammografici da recuperare. E da smaltire da qui a San Silvestro. Anche questo è un regalo del Covid: negli ultimi sedici mesi, in Veneto, da quando è scoppiata la pandemia, per ben tre volte le attività ospedaliere non urgenti sono state sospese. È successo nella primavera del 2020, appena ci si è trovati nel mezzo dell'emergenza sanitaria.

Poi con la seconda ondata, tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021. E infine nella primavera 2021, tra il marzo e l'aprile. Complessivamente in Veneto sono saltate 487mila prestazioni sanitarie. Per la precisione: circa 289mila prestazioni specializzate ambulatoriali e visite di controllo e circa 198mila screening. «Ma va detto che in realtà noi non abbiamo mai sospeso le attività di screening - ha precisato l'assessore regionale alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin - ma ci sono state tante persone che, vista la situazione, hanno preferito rinviare l'appuntamento». Il risultato non cambia: c'è una caterva di visite e di interventi da effettuare e la Regione, con una delibera approvata martedì in giunta, ha dato alle Ulss appena 15 giorni di tempo per preparare un piano di smaltimento. Da qui a dicembre. Come? Con quali risorse? «Quelle stabilite a livello nazionale», ha detto l'assessore.



LE MODALITÀ
«Si tratta - ha detto Lanzarin - di rivedere il piano operativo regionale approvato l'8 settembre del 2020 e previsto dalla normativa nazionale con la legge 126 del 13 ottobre 2020. Le attività programmate sono state poi sospese, a causa della nuova ondata del virus, dal 10 novembre 2020 al 31 gennaio 2021 per la specialistica ambulatoriale, dal 10 novembre 2020 al 7 febbraio 2021 per i ricoveri, con una ulteriore sospensione dal 29 marzo al 26 aprile 2021. Ripristinare i livelli di attività precedenti alla pandemia è una sfida non semplice, perché il recupero chiesto alle Ulss fa riferimento al periodo pre-pandemico, all'esercizio 2019».

I COSTI
Secondo la delibera regionale, al netto del burocratese, le Ulss potranno: 1) pagare extra i propri medici (80 euro all'ora) e i propri infermieri (50 euro all'ora) per smaltire il sabato o la domenica, o comunque al di fuori dell'orario di lavoro, le attività pregresse; 2) fare assunzioni a tempo determinato (ammesso di trovare personale, il che sarebbe praticamente un miracolo); 3) rivolgersi al personale delle strutture private accreditate, ovviamente pagandole. Tirata una linea, la gente ha aspettato e i costi sociali aumentano.

LA TEMPISTICA
Le Ulss entro il 30 giugno 2021 dovranno predisporre una proposta di piano operativo per il recupero delle prestazioni non erogate a causa dell'emergenza epidemica, che preveda il recupero delle prestazioni nei sei mesi successivi e cioè entro il 31 dicembre 2021.
I dati trasmessi dalle Aziende evidenziano che al 30 aprile 2021 le prestazioni prenotate o in galleggiamento presso i Cup aziendali delle Ulss venete sono complessivamente 289.127. Le prestazioni erogate nel 2019, (escluso laboratorio e screening) sono state 12.393.152.

SCREENING
Le prestazioni di screening non erogate al 30 aprile scorso sono state 198.011. Nel 2019 le prestazioni erogate sono state complessivamente 848.301. Molte delle prestazioni di screening non erogate sono dovute - recita la delibera della Regione - ad una mancata presentazione degli utenti nel periodo epidemico, nonostante le strutture siano rimaste aperte e gli inviti siano stati fatti.

I RICOVERI
È stata verificata la variazione del numero dei dimessi da strutture pubbliche e private accreditate (escluso urgenti e i parti) tra gli anni 2019 e 2020 ed analizzato il confronto nell'ultimo quadrimestre di riferimento (2021 su 2019). La diminuzione delle dimissioni dalle unità operative chirurgiche - recita la delibera - è principalmente riconducibile all'impiego di anestesisti nelle terapie intensive dedicate ai pazienti Covid con diminuzione delle attività di sala operatoria e per le unità operative internistiche alla loro riconversione in unità operative Covid.
 

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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