Sarà abbattuto l'orso MJ5, Fugatti firma il decreto. Ira veterinari per JJ4: «Non ne provocheremo la morte»

Unica struttura in Italia adatta ad ospitare orsi: inizialmente le reti altre 4 metri erano elettrificate. La storia del soprannome francese dell'altro orso

Mercoledì 19 Aprile 2023
Orsa JJ4, i veterinari: «Non ne provocheremo la morte». Ora è in un recinto con Papillon, l'unico esemplare evaso due volte

In attesa di sapere che fine farà l'orsa JJ4, si avvicinano le ultime ore per l'orso MJ5: il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un decreto con il quale dispone abbattimento di MJ5, ritenuto responsabile dell'aggressione di un uomo avvenuta lo scorso 5 marzo in valle di Rabbi.

Il decreto dispone l'identificazione genetica dell'esemplare, attraverso cattura preliminare.

Intanto per l'orsa JJ4, i veterinari della provincia di Trento non uccideranno l'esemplare che ha causato la morte dell'escursionista Andrea Papi. A proposito dell'eutanasia dell'esemplare, ora rinchiuso nella struttura di Casteller nei pressi di Trento,  «contrariamente a quanto lasciato intendere in occasione della conferenza», non c’è stato «alcun confronto, né con il presidente dell’Ordine né con altri professionisti veterinari delegati in materia e pertanto non puo esserci stata alcuna condivisione sul parere espresso dal governatore».

È quando spiega in una nota l’Ordine dei veterinari della Provincia autonoma di Trento.  Durante la conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli della cattura, si era parlato dell’eutanasia come mezzo per la soppressione dell’animale se arriverà il via libera da parte del Tar.

Ma, dicono i veterinari, «lo stato di salute dell’esemplare JJ4 non giustifica l’intervento eutanasico nell’urgenza, cosi come prospettato in conferenza, ma richiede una analisi complessiva della gestione dei plantigradi sul territorio provinciale».

Ma, soprattutto, «si sollecitano i colleghi professionisti veterinari addetti a vario titolo e iscritti all’Ordine della provincia di Trento, di non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia se non in precedenza concordata con il presente Ordine». Nella nota si precisa che «non si rilevano al momento pericoli verso la popolazione» visto che l’orsa è stata catturata e si trova nel centro faunistico Casteller e che si tratta di una specie «protetta tutelata con legge dello Stato».

I veterinari, inoltre, ricordano che «alcune associazioni private», tra cui la Lav, «si sono offerte di pagare l’eventuale trasporto in altri spazi, anche al di fuori del territorio nazionale, senza alcun aggravio di spese pubbliche».

Tra chi si è offerto di occuparsi dell'orsa, ma al momento non dei tre cuccioli, anche la Zoo Safari di Fasano (Brindisi) dagli scenari non proprio simili a quelli dei boschi trentini. I cuccioli di JJ4 erano ugualmente finiti nella trappola-tubo con esche di miele e carne fresca insieme alla madre, ma poi sono stati rimessi in libertà.

Il ministro Pichetto Fratin

«Non faccio questo tipo di valutazione. In questo momento la valutazione per il Governo la fa l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Io posso avere una opinione personale ma parlo come Governo quindi devo attenermi alla valutazione di ordine tecnico scientifico che mi dirà l'Ispra». Così il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, a Misterbianco (Catania) a un cronista che gli ha chiesto se fosse favorevole all'abbattimento dell'orsa JJ4. 

La struttura di Casteller

La struttura di Casteller per la provincia di Trento è l'unica in Italia adatta a garantire il benessere di orsi feriti, in convalescenza, in attesa di essere rimessi in libertà o trasferiti o, com'è già accaduto, soppressi. Per gli animalisti, invece, è una struttura lager in cui gli orsi sono rinchiusi in condizioni inaccettabili, questo anche dopo che le recinzioni, altre quattro metri e rinforzate con reti di tondino di ferro, non sono più elettrificate.

Il che riporta, in attesa di sapere che fine farà JJ4 a due settimane dall'aggressione costata la vita ad Andrea Papi, all'unico altro ospite attuale di Casteller, l'orso M49 ribattezzato Papillon per l'inarrestabile esigenza di umanizzare gli animali. "Papillon" è il soprannome del francese Henri Charrière, condannato all'ergastolo per omicidio (mai ammesso) e deportato nelle infernali colonie penali nella Guyana Francese da dove riuscì definitivamente a evadere nel 1945 dopo almeno nove tentativi. Il suo magnifico libro "Papillon" vendette 10 milioni di copie negli anni Settanta, bello anche il film con Steve McQueel e Dustin Hoffman.

Ora, l'orso M49 Papillon non ha mai ucciso alcun uomo anche se ha predato, com'è logico che sia, animali al pascolo, arnie e scorte di alimentari nelle abitazioni. E' però riuscito a evadere due volte dal centro faunistico di Casteller fra il 2019 e il 2020 resistendo alle scosse elettriche e svellendo i tondini di ferro dai loro alloggiamenti di cemento (per la seconda fuga si sospetta l'aiuto di qualche animalista già protagonisti di incursioni con le tronchesi. Le recinzioni adesso non sono più collegate alla rete elettrica, ma sono state protette da placche anti arrampicamento evidentemente efficaci perché le evasioni sono terminate.    

L’area del Casteller è inserita nel Centro faunistico di proprieta dell’Amministrazione provinciale, sulla collina a sud di Trento. Si tratta di una struttura costruita per l’accoglienza provvisoria di esemplari di orso, destinata al recupero di animali feriti, ad esempio a seguito di incidenti stradali. M49 e JJ4 vengono alimentati con frutta e verdura. L’orsa - che secondo una stima dei veterinari pesa circa 150 chili - e in buone condizioni di salute e ha gia preso confidenza con il settore a lei riservato all’interno dell’area, spiega la Provincia di Trento.  Realizzata nel 2008 con la consulenza dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e la condivisione - anche finanziaria - del ministero dell’Ambiente, la struttura del Casteller e ampia circa 8.000 metri quadri, più o meno come un campo da rugby.

Si tratta di un’area di bosco e prato che comprendono anche tre stagni artificiali. È stata progettata per svolgere la funzione di ricovero per gli orsi che dovessero necessitare di cure o di riabilitazione. Per questo, e presente anche un locale che funge da ambulatorio veterinario. Possono essere ospitati fino a tre orsi, ad ognuno dei quali e riservata una tana. Per gli animalisti la realtà è invece costituita da "celle" di cemento armato, di 12 metri quadrati ciascuna, che limitano le possibilità di movimento degli orsi. Pesante anche un rapporto dei carabinieri addetti al rispetto della Cites (Convenzione sul commercio internazionale di speci della fauna e della flora in via d'estinzione, Washington, 1975) di tre anni fa che descriveva forti stress psicofisici dei tre orsi rinchiusi. La Provincia si era difesa dicendo che si trattava di situazioni provvisorie dovute a lavori in corso. M49 è comunque lì dentro dal 2020.  

 

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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