Operazione canone Rai
​Istruzioni per non pagare

Lunedì 11 Aprile 2016 di Giuseppe Pietrobelli
Operazione canone Rai Istruzioni per non pagare

L'operazione Rai da almeno mezzo miliardo di euro, forse addirittura un miliardo, è partita in grande stile. La lucrosa macchina da guerra di viale Mazzini si è messa in moto, senza fragore, ma inarrestabile, per raggiungere l'obiettivo di recuperare sotto forma di canone - dai cittadini morosi o disattenti - quello che il governo le ha negato, cioè i trasferimenti tagliati per 150 milioni di euro. Per non lasciare nulla al caso, Mamma Televisione ha schierato le divisioni dell'Agenzia delle Entrate, proverbialmente efficienti come lanzichenecchi. Canone ridotto a 100 euro all'anno e inserito direttamente in bolletta elettrica, un affarone che dovrebbe assicurare ai bilanci dell'emittenza pubblica una valanga di milioni, ma un grattacapo per gli italiani che ritengono di non dover pagare o che si devono difendere dal rischio di pagare due volte. Un altro pasticciaccio all'italiana, un dedalo di regolette letali, casistica quanto mai varia e insidiosa. E in più, ma lo si è appreso solo da pochi giorni, una corsa contro il tempo per almeno 6 milioni di italiani che intendono far valere il loro sacrosanto diritto a non versare quello che non è dovuto.
"Pronto, centralino Rai Venezia". Da qualche parte si deve cominciare per avere informazioni ed evitare l'automatico prelievo dei cento euro. "Mi passa l'ufficio informazioni canone?". "Semplicissimo, signore, faccia il numero verde 800938362". Tanto semplice non è. Chi si accontenta delle informazioni registrate viene rimandato a siti web, gli altri  devono restare al telefono almeno mezz'ora, aspettando che un operatore risponda. E' evidente che alla Rai non interessa più di tanto informare come non pagare il canone. Tanto la rete delle bollette elettriche è pronta a raccogliere tutti i pesci nel mare magnum degli italiani. Sono questi ultimi, casomai, a doversi sottrarre al pagamento già previsto a partire da luglio.

È da mezzo secolo che la Rai insegue il sogno della grande pesca, ovvero di mettere fine a un'evasione che nel bilancio approvato nel maggio 2015 era quantificata nel 27 per cento (17 punti percentuali in più rispetto alla media europea) per un mancato introito di 500 milioni di euro. Cifra mostruosa, a fronte di 15 milioni 722 mila di canoni pagati, pari a un miliardo e 600 milioni di euro, ma pur sempre con un milione 287 mila morosi iscritti a ruolo per il recupero del denaro. Ma questi 17 milioni totali sono i pesci già finiti nella rete, sono tutti gli altri che hanno fatto venire l'acquolina in bocca a Renzi, al ministro Padoan e ai grandi capi di viale Mazzini. Che pensano di catturarli con le bollette della luce.

Qui il calcolo si fa intrigante. Le utenze elettriche domestiche in Italia sono circa 29 milioni (fonte Istat). Le famiglie in possesso di apparecchio televisivo viaggiano attorno ai 24 milioni. Si tratta di circa 7 milioni in più rispetto a quelle che già pagano il canone Rai. Moltiplicate per 100 euro e avrete la bella somma di 700 milioni di euro. Ma ci sono anche i 5 milioni di utenze in eccesso rispetto al numero di famiglie dotate di tivù, su cui non deve essere addebitato un solo euro per il canone, visto che non si dovrebbe pagare due volte. A completare il valzer dei numeri, ecco le 944 mila famiglie italiane senza televisore. Calcolo finale: 24 milioni devono pagare, mentre circa 6 milioni hanno diritto ad evitare il balzello, o perché non la tivù non ce l'hanno o perché la bolletta elettrica grava su unità familiari tenute a pagare una sola volta. Ma devono segnalarlo.

Finalmente il numero verde risponde. E qui si spalanca un labirinto che mette le vertigini. "Una vecchia zia non ha il televisore, cosa deve fare?". "Per superare la presunzione di detenzione basta presentare la dichiarazione di non detenzione, compilando il Quadro A della dichiarazione sostitutiva pubblicata sui siti...". "Ma la zia non ha il computer...". "Allora può andare all'Agenzia delle Entrate e farsela consegnare. Oppure da un Caf, i moduli dovrebbero averli. Poi la deve spedire in raccomandata aperta entro il 30 aprile". E così l'anziana parente è sistemata, ammesso che trovi il modulo e spenda 6,75 euro alle Poste.
 
"Poi ci saremmo io e mia moglie, con un problemino...". "Dica". "Il canone è intestato a lei, la bolletta della luce a me". Semplice anche in questo caso, spiega l'istruitissima signorina. "Non deve far nulla: paga la moglie, con la sua bolletta, poi il canone viene volturato automaticamente alla signora". "E se volessi tenerlo a mio carico?". "Allora è lei che deve cambiare intestazione della bolletta". Già, ma con un costo aggiuntivo.

"Signorina, mi scusi, ma avremmo anche un appartamento al mare, con un'altra utenza elettrica, non è che paghiamo due volte?". "Semplice (ti pareva, ndr). Se la bolletta a uso privato è non residenziale, non deve far nulla. Non paga". "E se è residenziale?" è la timida domanda. "Semplice, allora deve fare la dichiarazione di non possesso". Come la vecchia zia. Ben sapendo che le dichiarazioni mendaci sono penalmente rilevanti e sono punite con una reclusione fino a sei anni.

Paziente come Giobbe, la poveretta del call-center si sente sciorinare in successione un altro paio di varianti sul tema. A casa di una sorella ci sono due utenze elettriche, intestate a persone diverse. "Semplice, si deve scaricare il Quadro B e indicare su quale bolletta caricare il canone. Poi lo si presenta mediante un'applicazione web sul sito delle Entrate. Oppure con una raccomandata o attraverso gli intermediari abilitati". Ossia Caf, commercialisti, soggetti privati. Che hanno un costo.

Dulcis in fundo, un immaginario prozio morto da poco, che ha lasciato la casa (con televisore) in eredità al nipote. "Il canone elettrico era intestato al defunto?".

Ovvio. "Se la voltura è già stata fatta, dovrebbe essere non residenziale: quindi non si paga". Ma se la voltura non c'è, è evidente che il caro estinto non guarda la televisione e nemmeno la possiede più, anche se la pratica di successione dell'erede non è perfezionata. A questo punto anche la signorina vacilla. "Bisognerebbe fare la dichiarazione di non detenzione di un apparecchio...". Ma l'apparecchio c'è, solo che nessuno lo guarda. "Allora le do un consiglio... - abbassa la voce - prenda la tivù e se la porti a casa. Poi usi per lo zio il modello A di non possesso". E il sottoscritto? "Anche se ha due televisioni paga una volta". Un'idea che è una "canonata".

Ultimo aggiornamento: 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA