Le multe finanziano i cammini
della fede: stanziati 3 milioni

Lunedì 1 Settembre 2014 di Sergio Frigo
Le multe finanziano i cammini della fede: stanziati 3 milioni
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Pagare una multa non piace a nessuno, ma forse i cittadini veneti sanzionati per qualche abuso edilizio se ne faranno più agevolmente una ragione sapendo che i loro soldi andranno a finanziare i Cammini della Fede. Parliamo di quasi 3 milioni di euro, che la Regione ha deciso di destinare a 4 percorsi tradizionalmente frequentati dai pellegrini, che saranno messi in sicurezza (dove ce n’è bisogno), segnalati, tabellati e magari dotati di qualche gazebo che ne illustri la storia e lo sviluppo. L’ambizione nemmeno tanto nascosta è che essi possano rinverdire a casa nostra i fasti del Cammino di Santiago, che ormai convoglia ogni anno verso il santuario della città galiziana oltre 200mila pellegrini, con un indotto turistico da non sottovalutare.



«Ho voluto che quei soldi fossero destinati a progetti di lungo respiro e di valore, invece che ad interventi spot», spiega l’assessore alla cultura Marino Zorzato, annunciando che per il prossimo anno è in arrivo un bando aperto anche ad altri luoghi degni di nota.

I percorsi sacri beneficiati dalle multe dei veneti saranno il Cammino di Sant’Antonio, da Camposampiero a Padova, la Grande Rogazione di Asiago, la Via dei Papi nel Bellunese e gli Itinerari della Fede in Valpolicella, che avranno ognuno una dotazione di circa 700mila euro. Per il momento siamo alla fase preliminare, con la presentazione dei progetti di massima con una mostra itinerante che ha già toccato Camposampiero, S. Pietro In Cariano, Sedico e che approderà ad Asiago, al museo alle Carceri, dal 5 al 30 settembre. Alcuni dei Comuni interessati sono in fase più avanzata, altri devono ancora varare i bandi per gli incarichi, ma è verosimile che (spending review permettendo) i lavori inizino già nel 2015.



Ma che storia hanno alle spalle questi itinerari? Il Cammino di Sant’Antonioricalca l’ultimo tragitto compiuto dal Taumaturgo il 13 giugno 1231 dall'eremo di Camposampiero all’Arcella, a Padova, dove morì: i santuari sorti in questi due luoghi e naturalmente la Basilica costituiscono le tappe principali di questo percorso che viene ripetuto ogni anno la notte dell’ultimo fine settimana di maggio: «Sono circa 25 km - spiega padre Alberto Tortelli - che vengono compiuti a piedi da oltre mille persone, alla luce delle torce, con partenza alle 23 e arrivo in Basilica per la messa delle 9, dopo alcune tappe per pregare ma anche per rifocillarsi». Ma ancor più numerosi sono i pellegrini che compiono il Cammino per loro conto, durante l’anno, proseguendo anche in qualche caso oltre Padova, diretti al Montepaolo di Forlì, prima destinazione di Antonio in Italia, e ai luoghi di San Francesco, suo ispiratore, ad Assisi. Un percorso già segnalato da tabelle e frecce che, come una Y, ha una seconda partenza dalla Basilica della Salute, a Venezia, ma che deve registrare una incongrua interruzione nel territorio di Dolo, dove il Comune chiede soldi e 25 adempimenti per concedere i permessi.



La Grande Rogazione di Asiago percorre invece, il sabato prima dell’Ascensione, i 33 km dei confini comunali, con un corteo che raccoglie anche 3mila persone per onorare l’antico voto per la liberazione del paese dalla peste, nel 1638.



Cammino dei Papi si svolge invece nei luoghi nativi di Papa Luciani e lungo i sentieri percorsi dai suoi successori (Wojtyka e Ratzinger) nelle loro vacanze nel Veneto. «È un percorso poco conosciuto da noi - spiega l’architetto Gianni Moretta - ma molto popolare fra i tedeschi, visto che coincide con un ramo della via Francigena che scendeva in Italia. Hanno anche una guida ad hoc».



Infine la Valpolicella: qui l’itinerario, suddiviso in dodici tappe, tocca le antiche pievi, come la romanica San Giorgio, la quattrocentesca Chiesa di San Marziale a Breonio di Fumane, Santa Maria in Valverde o il Santuario della Madonna De La Salette.

Ognuno di questi percorsi è caratterizzato da una forte connotazione identitaria, dalla ricchezza storico-archeologica e da grandi valori paesaggistici: c’è solo da sperare che una maggiore fruizione turistica non comporti una loro banalizzazione.
Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 07:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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