Multe dall'agente fuori servizio? La Cassazione: «Si devono pagare anche se hanno errori nei verbali»

Giovedì 1 Ottobre 2020 di Angela Pederiva
Multe dall'agente fuori servizio? La Cassazione: «Si devono pagare anche se hanno errori nei verbali»
7

 Un poliziotto è sempre un poliziotto. Anche se è fuori servizio, al volante della propria auto, senza paletta d'ordinanza e privo dei moduli di verbale, l'agente può accertare infrazioni ed elevare sanzioni. L'ha deciso la Cassazione, rendendo così definitivi i precedenti e analoghi orientamenti del giudice di pace di Mestre e del Tribunale di Venezia, che avevano già respinto il ricorso di un'automobilista contro due multe.

LA VICENDA
Termina così una vicenda giudiziaria durata dieci anni. Era l'8 aprile 2010 quando un agente della polizia di frontiera, in divisa ma libero dal servizio, a bordo della propria macchina affiancava la vettura di una veneziana e la faceva accostare, contestando alla guidatrice «più sorpassi in corrispondenza di curva o di dossi su tratti di strada segnalati da doppia striscia longitudinale continua», come precisato nei due verbali redatti due giorni dopo. La donna aveva proposto opposizione nei confronti delle contravvenzioni, ma il suo ricorso era stato rigettato dal giudice di pace, così com'era poi stato respinto il successivo appello presentato al Tribunale. In questo modo si è arrivati al giudizio di terzo grado, ma pure la Suprema Corte ha reputato corretto l'operato del poliziotto e le valutazioni dei magistrati.

L'ALT E I MODULI
Per la Cassazione, vale quanto hanno già stabilito i giudici veneti. Innanzi tutto «gli agenti di polizia, abilitati al servizio di polizia stradale, operano su tutto il territorio nazionale e debbono ritenersi sempre in servizio». Malgrado l'agente in questione non avesse con sé la paletta, «era in divisa e aveva intimato l'alt con segnale manuale», per cui è stata rispettata la prescrizione del regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada, secondo cui «gli organi di polizia stradale in uniforme possono intimare l'alt, oltre che con il distintivo, anche facendo uso di fischietto o con segnale manuale o luminoso». Inoltre «la mancata redazione immediata del verbale di contestazione doveva ritenersi giustificata, essendo plausibile che l'agente accertatore, in viaggio per raggiungere il proprio posto di lavoro, non disponesse dei moduli per redigere il verbale». Se la conducente avesse voluto smontare la ricostruzione verbalizzata, avrebbe dovuto depositare querela di falso, «trattandosi di fatti che il pubblico ufficiale attestava essere avvenuti in sua presenza e, quindi, muniti di fede privilegiata».

GLI ERRORI
Secondo la Suprema Corte, vanno poi giustificati «gli errori incorsi nei verbali quanto alla descrizione della segnaletica e l'incongruenza derivante dalla indicazione, negli stessi verbali, di un orario unico per le tre violazioni». È vero che in realtà la striscia continua era singola, ma al riguardo gli ermellini ricordano che il sorpasso è «comunque vietato anche se la striscia continua non è doppia, soprattutto in prossimità di dossi». Per quanto riguarda la medesima ora indicata per le diverse infrazioni, «tale incongruenza, in presenza di violazioni realizzate nello spazio di pochi chilometri, non incideva sulla coerenza dell'accertamento e della verbalizzazione nel suo complesso», stando alla sottolineatura del Tribunale che è stata reputata valida anche dalla Cassazione. Come le multe che, a distanza di un decennio, dovranno essere pagate. 
 

Video

Ultimo aggiornamento: 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci