Tassa ai turisti per mantenere il Mose, l'ira di Zaia e Brugnaro contro Toninelli

Giovedì 9 Maggio 2019 di Davide Scalzotto
Tassa ai turisti per mantenere il Mose, l'ira di Zaia e Brugnaro contro Toninelli
62

VENEZIA - Luigi Brugnaro, come Zaia, alza le barricate. Da uomo d’impresa - e di schéi - il sindaco guarda anche al soldo e agli interessi della città. L’incipit della sua dichiarazione è tutto un programma: «Iniziativa assurda contro i veneziani. Ci opporremo in ogni modo. Gli emendamenti presentati oggi dal ministero al Decreto “Sblocca-cantieri” sono indecenti».
 
Che con il ministro Danilo Toninelli non ci fosse feeling, era risaputo. Queste parole aumentano le distanze. Certo, nella relazione introduttiva all’emendamento del Governo al decreto si dice che “la dotazione finanziaria...potrà essere alimentata anche attraverso l’introduzione di un’imposta di scopo... che andrebbe a gravare sui turisti”, e quindi il condizionale lascia aperte alcune porte, ma la posizione del Comune veneziano e del suo sindaco è chiara fin da subito.
«Sono rimasto incredulo e scandalizzato - tuona il sindaco - da questa iniziativa confusa ed estemporanea del ministero, che non è stata condivisa con gli enti locali. Sembra proprio una manovra da burocrati di palazzo, che con l’aiuto di qualche “manina” locale ha partorito uno strafalcione, viziato da evidenti profili di incostituzionalità. Come si può solo pensare di proporre tali testi normativi senza consultare il Comune di Venezia, la Città Metropolitana e la Regione Veneto? Sono d’accordo con il presidente Zaia e da oggi saremo insieme in battaglia, perché una tale assurdità non venga mai approvata. Ricordiamo che, da quattro anni, come Città Metropolitana aspettiamo dal Governo l’autonomia delle competenze su tutte le acque lagunari, stabilita da una legge dello Stato e, per tutta risposta, oggi ci propongono questa forma di statalismo raffazzonato».
Ma non basta, perché c’è un altro passaggio che irrita il sindaco. «Tra le tante stupidaggini - conclude - hanno anche inventato una nuova società di gestione del Mose che, per finanziarsi, non fa altro che mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Quante volte dovremmo pagare il Mose? Una volta come veneziani, la seconda come cittadini metropolitani, la terza come veneti, la quarta come italiani? Tutto questo è inaccettabile. Valuteremo, anche a fianco della Regione, ogni iniziativa prima politica e poi, qualora fosse necessario, anche giudiziaria, per contrapporci a queste assurdità».
I CONTI
I conti sono presto fatti, del resto: la manutenzione del Mose costerà circa 100 milioni l’anno, il Comune ne incassa già 30 dalla tassa di soggiorno e ne metterà in cantiere 10 all’anno quando entrerà in vigore a pieno regime (2020-2021) il “Contributo di accesso”, balzello alternativo alla tassa di soggiorno, in quanto non sarà pagato dal turista che dorme in hotel o in strutture ricettive, ma verrà prelevato alla fonte (leggi vettore di trasporto) dalle tasche di ogni visitatore, non residente in Veneto, che non dormirà in città e che raggiungerà Venezia con un qualsiasi mezzo per una visita giornaliera. A Ca’ Farsetti temono che il Governo voglia l’istituzione di una nuova tassa sui turisti. Inoltre a lasciare sbigottita l’amministrazione c’è quella frase della relazione in cui si dice che i turisti sono i beneficiari ultimi del Mose. E i residenti?
Decisamente più soft il tono del presidente dell’Autorità di sistema portuale, Pino Musolino. «Basta che, dall’altro lato, il Governo sostenga la crocieristica a Venezia i cui passeggeri sono tra i maggiori contribuenti di questa tassa, altrimenti con che cosa la finanzierebbero?».
Davide Scalzotto

Ultimo aggiornamento: 19:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci