Processo Mose bis, San Marino condanna Baita e Minutillo a due anni e mezzo

Martedì 21 Novembre 2017 di Roberta Brunetti
Piergiorgio Baita
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VENEZIA - Tre condanne a 2 anni e 6 mesi a testa, ma soltanto per associazione a delinquere. Assoluzione per gli altri reati. Finisce così, davanti al Tribunale di San Marino, il processo Mose bis che aveva riportato sul banco degli imputati l'ex amministratore delegato della Mantovani costruttori spa, Piergiorgio Baita, l'ex segretaria di Giancarlo Galan, nonché manager di Adria infrastrutture, Claudia Minutillo, e l'ex console sanmarinese, titolare della società Bmc, William Ambrogio Colombelli. Protagonisti di quella storia di false fatture create ad hoc per produrre i fondi neri che servivano a pagare le tangenti sulle paratie mobili, per cui tutti e tre avevano già patteggiato nel 2013. La prima scossa di un terremoto che, l'anno successivo, avrebbe scoperchiato il sistema Mose portando in carcere, tra gli altri, anche Galan.

L'EPILOGO
Ieri l'epilogo della versione sanmarinese di quel primo processo, dove il capo d'imputazione più pesante toccava a Colombelli, accusato oltre che di associazione a delinquere, di riciclaggio, false fatturazioni e false dichiarazioni dei redditi. Per Baita e Minutillo le imputazioni erano di associazione a delinquere e appropriazione indebita di circa 11  milioni di fatture pagate da Mantovani e Adria infrastrutture. Ebbene, nel pomeriggio, il commissario della Legge, ovvero il giudice di San Marino, l'avvocato Roberto Battaglino, ha letto la sua sentenza. Triplice condanna per associazione a delinquere a 2 anni e mezzo di prigionia - così si dice nella repubblica del Titano - a testa e ad un uguale periodo di interdizione. Prescritta l'appropriazione indebita contestata a Baita e Minutillo. Assolto Colombelli da tutti gli altri reati. Per la Minutillo, però, il commissario ha disposto il rinvio degli atti in istruttoria per un'eventuale rinvio a giudizio per riciclaggio.

Un'altra decisione ha riguardato la Mantovani, che si era costituita parte civile nel processo, chiedendo oltre 10 milioni di euro di risarcimento. Richiesta respinta dal giudice Battaglino che, invece, ha disposto la confisca dei beni già sequestrati alla Minutillo, circa mezzo milione depositati per costituire una finanziaria di Mantovani a San Marino. La società padovana ne voleva la restituzione: niente da fare.

LA DIFESA
Ieri i difensori dei tre imputati, gli avvocati Alessandro Rampinelli per Baita, Carlo Augenti per Minutillo, Maria Selva e Filippo Cocco per Colombani, già calcolavano i tempi della prescrizione dell'unico reato per cui c'è stata una condanna. In realtà, nelle loro arringhe, avevano sostenuto che la proscrizione era già scattata, che non si potevano processare le stesse persone a San Marino per fatti per cui erano già stati giudicati in Italia, che comunque l'associazione a delinquere si era concretizzata solo in Italia... Tutti temi che, a questo punto, torneranno al centro del processo di secondo grado. Ieri l'avvocato Rampinelli, dichiarandosi «particolarmente compiaciuto del rigetto delle richiesta di Mantovani», già annunciava il ricorso in appello. Ma il prossimo passaggio sarà il deposito delle motivazioni della sentenza. Questione di qualche settimana.
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