Morte di papa Ratzinger, il lutto a Nordest. Zaia: «Grande tratto umano». Fedriga: «Ispirerà le generazioni»

Il papa emerito si è spento questa mattina, 31 dicembre. Le autorità venete e friulane esprimono il loro cordoglio

Sabato 31 Dicembre 2022 di Redazione Web
Ratzinger a Venezia nel 2011

È stato il primo Papa a dichiarare pubblicamente guerra contro la pedofilia all'interno della Chiesa. Grande teologo, papa Ratzinger, nominato Benedetto XVI, è morto questa mattina, 31 dicembre.

Toccando le corde del cuore di veneti e friulani. Quando nel 2011 ha fatto visita a Venezia una grandissima folla di persone si è radunata, centinaia di migliaia. Sono diverse le autorità del Nordest che esprimono a caldo il loro cordoglio.

Per la morte di Papa Benedetto il coro e l’orchestra della Fenice, diretta da Daniel Harding, ha eseguito il Lacrimosa dal Requiem di Mozart durante il concerto di Capodanno.

Il patriarca Francesco Moraglia

«Io e tutta la Chiesa di Venezia partecipiamo, con grande commozione e dolore, al lutto per la morte del Papa emerito Benedetto XVI».
«Con gratitudine e riconoscenza per il prezioso e autorevole servizio reso da Joseph Ratzinger - a tutta la Chiesa e al mondo - nella sua lunga vita di uomo, teologo, sacerdote, vescovo e papa, il Patriarca Francesco - viene detto in una nota - invita tutte le comunità parrocchiali e religiose, le rettorie, le associazioni e i movimenti ecclesiali a pregare in questi giorni - in particolare nelle celebrazioni liturgiche - per Benedetto XVI». Si ricorda la figura «bella, luminosa, mite, forte e umile, che ha annunciato e testimoniato con la sua persona la fede, l'amore e la speranza nel Signore Gesù, certi che dopo aver celebrato con profondità la liturgia della Chiesa su questa terra ora potrà viverla in pienezza nella gioia del cielo». 

Luca Zaia

«Conservo un bellissimo ricordo di papa Benedetto XVI: in particolare quando, nel 2011, ho avuto modo di incontrarlo in occasione della sua visita pastorale a Venezia». Così il presidente della Regione Luca Zaia. «Al di là dell'alta e indiscussa levatura teologica e del ruolo di capo della Chiesa cattolica, ho avuto modo di conoscerne e apprezzarne il tratto umano - aggiunge - È un Papa che resterà sempre nei nostri pensieri. Un Pontefice che ha avuto un impegno importante, raccogliendo l'eredità e l'affetto della gente di Papa Giovanni Paolo II, che è stato un'icona, in un pontificato durato oltre 26 anni». Joseph Ratzinger, rileva il Governatore del Veneto, «ha proseguito l'impegno di Papa Wojtyla, consapevole della grande figura del suo predecessore. Eredità che, poi, ha lasciato nelle mani di Papa Francesco, con un gesto non semplice, di grande coraggio e responsabilità».
«Questo grande Pontefice - sottolinea - ha avuto un rapporto importante con il Veneto, cha ha visitato per tre volte, nei suoi diversi territori. La prima nel 2006 a Verona. Ricordiamo poi il lungo viaggio a Nordest, che l'ha portato a Venezia, dove abbiamo raggiunto assieme Piazza San Marco e poi, il giorno dopo, la grande messa al parco di San Giuliano alla quale parteciparono 200mila persone. Infine, indimenticabile il lungo soggiorno a Lorenzago di Cadore, nel 2007, dove trascorse 16 giorni, conquistandosi l'affetto di tutta la comunità».
«L'intero Veneto oggi, con la Chiesa cattolica, è partecipe di questo momento di profondo dolore, nel ricordo del Papa emerito».

Massimiliano Fedriga

«Le nostre preghiere possano accompagnare Benedetto XVI alla casa del Signore. Il suo operato continuerà ad ispirare anche le generazioni future. Riposi in pace». È il messaggio postato dal presidente della Regione Fvg e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga sui propri profili social. 

Luigi Brugnaro

«Ci lascia un Papa che ha saputo accompagnare la Chiesa universale su un cammino di dottrina e spiritualità. Primo pontefice 'emerito, grande teologo, un modello per il dialogo tra fede e ragione. Alla sua anima buona affidiamo le nostre preghiere». Lo scrive su Twitter il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, commentando la scomparsa di Benedetto XVI.

Roberto Ciambetti

«Benedetto XVI non ci ha lasciato, anche se in molti siamo commossi in questo momento: per papa Ratzinger oggi è il ‘dies natalis’ perché ha varcato la ‘porta oscura della morte’ affrontata con la speranza e fiducia del cristiano». Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale veneto, esprime «il cordoglio personale, ma penso di interpretare il sentimento di gran parte del popolo veneto, per la morte del pontefice bavarese, uomo di profonda cultura e teologo di straordinaria modernità. Quand’era ancora cardinale, partecipò, come amava ricordare, alle giornate di studio dei teologi del Nordest nell’Altipiano dei Sette Comuni a Roana, di cui divenne poi cittadino onorario, difendendo l’uso della lingua madre nella preghiera, nella pastorale e nel rapporto tra Chiesa e fedele, mettendo in risalto il valore della tradizione Cimbra sul piano linguistico e storico, come ponte di solidarietà, amicizia e pace tra Veneto e Baviera. Egli sosteneva che senza tradizione non c’è progresso, tradizione sentita e condivisa da una comunità in un’esperienza di dialogo e fraternità – continua Ciambetti – Oggi, ripensando alla grande eredità etica oltre che culturale che ci ha lasciato, viene da dire che la forza profetica della teologia di Benedetto XVI veniva da una rara capacità di interpretare il presente di cui aveva compreso bene il nichilismo e i limiti di una società globale dominata solamente da ciechi interessi, da un consumismo sfrenato che non lascia spazio ad alcuna religione: la sua lezione non finisce con lui, la sua voce alta non si spegne di certo oggi».

Achille Variati

«Nei trattati di filosofia Joseph Ratzinger rimarrà come uno dei pensatori più complessi e raffinati del secondo ‘900 europeo, capace come pochi di riflettere su fede e ragione, religione e fanatismo, sui paradossi e le contraddizioni dell’essere cristiani oggi - sono le parole di Achille Variati, europarlamentare vicentino ed ex sottosegretario all'Interno nel governo Conte II - Nei libri di storia della Chiesa Benedetto XVI verrà ricordato per essere stato il primo a dichiarare una lotta senza quartiere alla pedofilia, chiedendo pubblicamente perdono per i troppi crimini commessi da sacerdoti indegni, varando norme molto più severe e ingaggiando una dura battaglia per spazzare via omertà, coperture, connivenze. Per tanti di noi sarà sempre il Papa che ha avuto il coraggio della rinuncia, quando le forze non gli hanno più consentito di sostenere il braccio di ferro che aveva ingaggiato contro “la sporcizia nella Chiesa”. Spianando la strada a un nuovo Pontefice. Ritirandosi nella preghiera e nel silenzio. Ricordandoci, con un gesto di fatto inedito, che il successore di Pietro è anche e prima di tutto un uomo. Che riposi in pace».

 

Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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