Addio ad Ennio Pouchard, le molte vite del critico d'arte firma del Gazzettino per 43 anni

Scomparso a Treviso a 94 anni, una vita trascorsa a scrivere di quadri e artisti famosi

Sabato 14 Gennaio 2023 di Chiara Pavan
Addio ad Ennio Pouchard, critico d'arte e firma de Il Gazzettino

Ha vissuto intensamente. Tante vite, tanti incontri e amicizie profonde, tante case, città, lavori, passioni. Tanti sguardi. E persino tanti nomi: Ennio, Rolando e anche quel Mario sussurrato dal padre davanti al prete al battesimo nel 1928 a Pola. E poi due cognomi, Pouchard, che le storie di famiglia collegano a un sergente napoleonico rimasto in Istria, poi trasformato in Puchar sotto il dominio asburgico. Critico d'arte, giornalista, poeta, artista, curatore di mostre, pilota, autorevole firma nelle pagine della Cultura del Gazzettino per ben 43 anni, Ennio Pouchard si è spento ieri, 14 gennaio 2023, all'ospedale di Treviso a 94 anni, nella città in cui aveva scelto di vivere con la moglie Elsa. Il funerale, secondo le sue disposizioni si terrà giovedì 19 in forma privata. L'urna verrà poi portata ad Arcore, nella tomba di famiglia.
IL PROFILO
Brillante, acuto e instancabilmente curioso, Ennio non si fermava mai: amava osservare, leggere, studiare, scrivere, scoprire. Collaboratore per oltre 40 anni di periodici (Flash Art e Giornale dell'Arte) e di quotidiani, con servizi da gran parte del mondo, Pouchard ha curato mostre di arte contemporanea in musei di Venezia, Murano e Treviso, firmando monografie di artisti, volumi di narrativa, di poesia, di incisioni, litografie, serigrafie. Si faceva amare per la sua intelligenza, mai smancerie, mobile e veloce come quando telefonava in redazione per proporre i pezzi, pronto ad abbracciare nuove avventure con l'entusiasmo di chi si nutriva di vita, quasi a voler scacciare i ricordi degli anni della guerra e il dolore dell'esodo. Come quando, poco dopo aver dovuto abbandonare Pola nel 1947, si iscrive all'Accademia Navale di Livorno, questa decisionalità repentina dovevo averla nel sangue racconta nella sua autobiografia pubblicata poco prima di Natale, Rolando e... Una vita dall'Istria al Mondo (edita da Mazzanti, premio Dipatriati 2022) - perchè ogni svolta radicale nella vita l'ho presa su due piedi. Eccolo allora pilota su portaerei negli Usa, quindi per l'Alitalia, quindi a Roma con la moglie Anna artista, la nostra casa era una fucina feconda di estrosa fantasia, poi quell'articolo su Mirò da realizzare per una rivista, un lampo per me, perchè significava l'apertura di una nuova strada.
IN LAGUNA
La nuova strada si apre a Venezia a fine anni Sessanta, quando Ennio comincia a viverci durante i weekend. E in quegli anni, era impossibile non imbattersi in qualche amico: Emilio Vedova, Armando Pizzinato (per me un fratello maggiore), i galleristi De Marco e Ravagnan e gli artisti a loro collegati (Bacci, Campesan, Plessi, Monadis, Eulisse..) e poi lo scultore Salvatore Messina, Riccardo Licata, Mirella Bentivoglio, Emilio Isgrò, Marcello Pirro, le cene del sabato sera con Virgilio Guidi. Sono anni ricchi di stimoli che Pouchard vive in pieno, muovendosi tra Londra, Parigi - dove frequenta lo psicoanalista Salomon Resnik e Roma, dove conosce John Carew Eccles, Nobel 1963 per la Medicina (mi telefonava prima di partire per Roma, andavo a prenderlo all'aeroporto e passavamo ore assieme). E poi la vedovanza cui segue, anni dopo, il nuovo amore, Elsa, che oggi custodisce i ricordi di 36 anni vissuti insieme. «Io vedovo, lei divorziata, due solitudini che si intrecciavano», e 23 anni di differenza che non pesano su nessuno dei due. «Sempre insieme per 24 ore al giorno e sempre in mezzo all'arte conferma Elsa Dezuanni, a sua volta curatrice d'arte . Il nostro dialogare non aveva mai un momento di pausa. Sei la mia trimoglie, mi diceva: ci siamo sposati tre volte, la prima volta civilmente a Reggio Emilia dove viveva all'epoca, poi a Londra, nostra città del cuore, e infine, per i 30 anni di vita insieme, abbiamo rinnovato le nostre promesse di matrimonio».
Sono periodi intensi per Pouchard, fatti di arte, di libri, di scrittura, di poesia, puntellati da belle amicizie. Guidi resta sempre un punto fermo, ne custodisce dubbi e inquietudini, a volte i nostri dialoghi somigliavano a duelli di fioretto. Di Deluigi ho il bel ricordo di avergli aperto la strada delle serigrafie per i suoi grattage, da lui ritenuta impraticabile. E poi il critico Marchiori, i trevigiani Olimpia Biasi e Paolo Del Giudice, le passeggiate con Ezra Pound per Venezia, gli artisti e gli amici che non posso dimenticare (da Bice Lazzari a Mimmo Rotella, Toni Cibotto, Paolo Rizzi, Milena Milani). E come ammette nel suo libro, che avrebbe voluto presentare in primavera a Treviso, ho la percezione di sentirmi sereno nonostante il fiume di trascorsi che continua a corrermi davanti. Tante vite in una.

 

Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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