Nordest, marzo e aprile 2020: 9.111 morti in più della media per due terzi dovuti al Covid

Giovedì 22 Aprile 2021 di Angela Pederiva
Un'ambulanza Covid
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VENEZIA - Nei primi due mesi della pandemia, a Nordest sono morte oltre novemila persone in più, rispetto alla media del periodo rilevata nel quinquennio precedente. Per oltre due terzi, si è trattato di vite spezzate dal Covid, un numero che si alza ulteriormente includendo anche i casi in cui la malattia scatenata dal Coronavirus è stata una concausa.

Dopo oltre un anno di emergenza, e di negazionismi, per la prima volta è possibile analizzare dettagliatamente le cause di tutti i decessi registrati in Italia tra il 1° marzo e il 30 aprile 2020, grazie a uno studio condotto dall'Istat.


L'INCREMENTO
Complessivamente a livello nazionale in quel bimestre l'aumento della mortalità è stato pari al 45%: 159.310 croci, vale a dire 49.242 in più rispetto alla media calcolata nello stesso lasso di tempo del 2015-2019. «Solamente una piccola parte dell'incremento osservano gli analisti è imputabile all'invecchiamento demografico. Si stima infatti che, nel periodo considerato, in assenza di variazioni dei livelli di mortalità e degli effetti diretti e indiretti del Covid-19, avremmo osservato un aumento di soli 6.648 decessi».


LE 4 REGIONI
Non fa eccezione il Nordest, che nella classificazione dell'Istat comprende quattro regioni: oltre a Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, anche Emilia Romagna. Fra marzo e aprile dello scorso anno, l'area ha contato 30.319 decessi, di cui 6.025 per Covid (considerato la causa iniziale), che salgono a 6.687 considerando anche quelli con Covid (non necessariamente la causa principale, ma comunque indicata dal medico nella scheda). Dunque il virus è stato il responsabile del 19,9% dei lutti, dato superiore alla media nazionale (18,3%), ma inferiore al 29,3% registrato a Nordovest, numero zavorrato dalla Lombardia. Nel lustro precedente i morti erano stati 21.208, quindi si è verificato un aumento pari a 9.111, di cui solo 1.216 dovuti all'invecchiamento della popolazione. Tolte le vittime per e con Covid, di conseguenza, resta un eccesso di 1.208 drammi da decifrare.


LE PATOLOGIE
In quel tempo di lockdown, infatti, gli incidenti sulla strada e gli infortuni sul lavoro si erano praticamente azzerati. Comunque sia, un elemento è certo, al di là delle becere strumentalizzazioni: i tumori rimangono la prima causa di morte (18,8% del totale), mentre il virus è stato la seconda (18,4%). Guardando all'Italia nel suo insieme, la crescita più importante nella frequenza dei decessi si osserva per influenza e soprattutto polmoniti: il valore è tre volte superiore a quello notato in media nel 2015-2019 (7.610 rispetto a 2.445). A questo aumento si accompagna pure quello dei decessi dovuti alle altre patologie a carico dell'apparato respiratorio (+26%), rilevato sia per le malattie croniche broncopolmonari che per il complesso delle restanti malattie respiratorie. «Le polmoniti, insieme alle cause mal definite, mostrano il maggior aumento anche nel Nordest (+151% e +53%)», segnala l'indagine. In salita pure i decessi per demenze, diabete e cardiopatie ipertensive.


LE ETÀ E I LUOGHI
Sul totale delle morti per Covid, circa l'85% ha riguardato soggetti di oltre 70 anni, mentre tra i 50-59enni una su cinque è stata dovuta al virus. L'incremento è differenziato a seconda dei luoghi: +27% nelle abitazioni, +46% negli istituti di cura, +155% nelle strutture residenziali o socio-assistenziali. Triste conferma: è stata la strage delle case di riposo.

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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