Meteo. Vortice invernale a Nordest, neve sulle Dolomiti e temporali ovunque

Lunedì 29 Aprile 2019
Meteo. Vortice invernale a Nordest, neve sulle Dolomiti e temporali ovunque
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Dal nord Europa ha fatto il suo ingresso in Italia un impulso freddo e perturbato con conseguente formazione di un vortice invernale attualmente in azione e in viaggio dal medio Adriatico verso levante. Le negative conseguenze dal punto di vista meteorologico si registrano già in queste ore su molte aree del Nord Est interessate da piogge a tratti abbondanti, le quali, colpiscono principalmente il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, l'Emilia Romagna e i settori sud della Lombardia. Sono infatti parecchie le città del Nord Est sotto rovesci di pioggia e qualche isolato temporale, come Trieste, Venezia, Bologna, sino a Milano e Pavia.

FRANA A REFRONTOLO Frana vicino al bar Buongustaio: sul posto anche il sindaco /Foto
NELLA MARCA ​Bufere di neve e blackout su Cima Grappa e Cansiglio


FINO A 80 CENTIMETRI DI NEVE SULLE DOLOMITI
Sulle Dolomiti venete sono caduti nelle ultime ore sino a 80 centimetri di neve fresca, con un pericolo valanghe marcato (grado 3). L'evento perturbato che ha interessato la montagna veneta fra domenica 28 e lunedì 29 aprile ha apportato, nelle Dolomiti a 2000 m, 70-90 cm di neve fresca. Nelle Prealpi, a 1600 m, gli apporti sono stati di 60-80 cm nelle Prealpi bellunesi, 20-50 cm nel resto delle Prealpi. In quota la neve fresca si è depositata su strati di neve recente relativamente assestati dovuti alle nevicate dei giorni precedenti ma l'attività eolica ha portato alla formazione di accumuli anche di dimensioni rilevanti. Il pericolo di valanghe è marcato (grado 3) nelle Dolomiti e nelle Prealpi bellunesi, moderato (grado 2) nel resto delle Prealpi. Al di sopra dei 1500-1600 m, specie nei settori caratterizzati da maggiori accumuli di neve fresca, sono da aspettarsi valanghe spontanee di medie dimensioni nei canaloni e sui ripidi pendii erbosi. Lungo i percorsi abituali le valanghe possono raggiungere anche quote più basse del limite della neve al suolo.  Oltre 60 gli interventi effettuati dai vigili del fuoco per il taglio di piante, il recupero di autovetture, lo sgombero di neve e il soccorso di alcune persone rimaste isolate.



STATO DI ATTENZIONE Fiumi ingrossati e pericolo valanghe in aumento

I livelli di neve più significativi sono: nelle Dolomiti settentrionali il passo della Mauria (Casera Doana, 1899 m) con 75 cm di neve fresca e ben 123 al suolo; Ra Vales di Cortina con 60 cm e ben 176 cm al suolo; Sappada (1220 m) con 66  cm e 71; il Falzarego (1988 m) 55 cm solo uno più di Misurina. Nelle Dolomiti meridionali invece si segnalano i 57 cm di Pecol di Zoldo, i  30 di ARabba e i 40 di Frassenè. Passando alle Prealpi, nel Bellunese  76 cm di neve in Alpago (casera Palantina), i 60 a Faverghera e i 17 alle Melere. Sul Grappa la neve ha raggiunto  i 47 cm.
Quindi sulle Prealpi vicentine si arriva a 43 cm di neve fresca sia a Enego che a Malga Larici (Asiago) e sulle Veronesi i 28 sul Baldo.


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Il team del sito www.iLMeteo.it avvisa che il forte peggioramento ha raggiunto rapidamente anche alcune zone del Centro come la Toscana con piovaschi su Firenze, l'Aretino e le zone di Siena e Grosseto. Attenzione alla neve, la quale, seppur in fase di graduale attenuazione, insiste sulla parte più meridionale delle Dolomiti a tratti a quote davvero basse per il periodo, intorno a 800-900 metri. Da segnalare inoltre le basse temperature che avvolgono soprattutto le zone interessate dai fenomeni con valori ben al di sotto della media stagionale.

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Nelle prossime ore l'area più attiva del freddo maltempo concentrerà i suoi effetti ancora una volta su basso Veneto ed Emilia Romagna per poi ulteriormente estendersi al Centro fino ad alcune aree dell'Italia meridionale. Piogge e rovesci temporaleschi potranno dunque interessare la Toscana, le Marche, gran parte del Lazio con rischio di temporali anche su Roma. A scendere, sotto stretta osservazione, saranno la fascia meridionale dell'Abruzzo, il Molise e l'area garganica della Puglia, quando, specialmente nel pomeriggio, sono attesi forti temporali accompagnati da qualche locale grandinata. Interessate dalle precipitazioni la Campania fino ai settori settentrionali della Basilicata e della Calabria. Nevicate saranno possibili sull'Appennino settentrionale intorno ai 1200 metri, quote assai insolite per il periodo. Coinvolto altresì il comparto centrale seppur a quote più alte.

In serata, il maltempo, insisterà solo sulla fascia del medio e basso Adriatico quando si avranno ancora piogge localmente importanti. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it avverte che da Martedì la pressione tornerà ad aumentare con il ritorno del bel tempo su gran parte delle regioni, un po' di nubi si attarderanno al Nordest al mattino, mentre nel pomeriggio dei temporali interesseranno la dorsale appenninica. Per la festa del 1° Maggio il direttore annuncia un tempo soleggiato al Nord, sulle Isole Maggiori e su tutte le coste, temporali pomeridiani diffusi invece colpiranno tutto l'Appennino centrale e meridionale e zone limitrofe ad esso.

PREVISIONI ARPAV PRIMO MAGGIO
Cielo poco o a tratti parzialmente nuvoloso, con ampie schiarite e alcuni temporanei addensamenti; non si esclude qualche locale piovasco od occasionale rovescio, eventualmente nevoso da 1800-2100 m circa; le temperature sulle zone pianeggianti subiranno in generale un contenuto aumento, in montagna aumenteranno più che altro riguardo ai valori massimi.

COLDIRETTI E MALTEMPO: BENE PER SCORTE IDRICHE, MA DANNI DA GRANDINE
Con la caduta di un terzo di precipitazioni in meno nel primo trimestre dell'anno, il ritorno della neve sulle montagne è importante per ripristinare le scorte idriche, i violenti nubifragi accompagnati da grandine che si sono abbattuti a macchia di leopardo hanno provocato pesanti danni nelle campagne provate da un lungo periodo di siccità. È quanto emerge dal primo bilancio della Coldiretti sugli effetti dell'ultima ondata di maltempo che si è esteso dopo aver colpito frutteti, vigneti, ortaggi e cereali delle regioni del Nord, dalla Lombardia alla Liguria, dal Veneto al Friuli. Le precipitazioni sono importanti in questa fase - sottolinea la Coldiretti - per ripristinare le scorte di neve e acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni, per gli usi civici e per lo sviluppo primaverile delle coltivazioni. Ma a provocare danni sono i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente. In particolare molto pericolosa è la grandine perché i chicchi che si abbattono sulle verdure e sui frutteti spogliano le piante compromettendo i raccolti. A preoccupare - aggiunge la Coldiretti - è anche il vento forte che abbatte serre e danneggia le piante da frutto. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

LA GRANDINATA

Ultimo aggiornamento: 19:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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