Meteo, il climatologo: «Eventi estremi più frequenti: è l'anticipo dei prossimi anni»

Lunedì 18 Novembre 2019 di Claudia Guasco
Clima, «eventi estremi più frequenti: è l'anticipo dei prossimi anni»

Consideriamolo una specie di avvertimento, un'anticipazione di ciò che ci attende nei prossimi decenni. «Vero che l'autunno è una stagione piovosa, ma stiamo assistendo ai primi segnali di ciò che i nostri modelli indicano per il futuro. Ovvero un'intensificazione dei fenomeni meteorologici», afferma il professor Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr.




Professore, perché sta piovendo così tanto?
«Novembre è uno dei mesi in cui le precipitazioni sono più abbondanti, è stato così anche in passato. Ma ora sta aumentando l'intensità della pioggia, ne cade molta in poco tempo oppure per periodi più prolungati. Ciò è dovuto anche al fatto che, con il surriscaldamento globale di origine antropica, l'Italia è circondata da mari sempre più caldi e risente di una maggiore energia nell'atmosfera. La quale non è dotata di libero arbitrio, bensì segue le leggi della termodinamica e scarica con impeto il surplus di energia con precipitazioni violente e venti forti».

O con l'acqua alta record di Venezia.
«Che è dovuta a più cause. C'è l'abbassamento della terra e l'innalzamento del livello del mare, attorno ai dieci centimetri negli ultimi cinquant'anni. Poi c'è altro fattore: i venti di scirocco che soffiano lungo l'Adriatico spingono l'acqua da sud verso il golfo di Trieste e di Venezia. Questi afflussi sciroccali sono più numerosi perché sono aumentate le circolazioni dal sud, basti considerare la frequenza in estate degli anticicloni africani, e si è espansa la circolazione equatoriale e tropicale verso nord. Ciò è dovuto al fatto che è salita la temperatura del pianeta per colpa dell'uomo».

Voi scienziati del clima siete preoccupati?
«Sì, lo siamo.

Il cambiamento climatico ha forti impatti sociali e conseguenze rilevanti, a cominciare dall'immigrazione. Gli eventi estremi provocano ondate di calore, siccità, grandinate e allagamenti, con ricadute sull'agricoltura e sulla salute delle persone. Noi climatologi siamo preoccupati perché vediamo che, nonostante da studiosi della materia stiliamo rapporti a livello internazionale, non ci stanno a sentire, o lo fanno poco. Dietro a questa ignoranza voluta ci sono tanti interessi economici, ma anche visioni filosofiche del mondo che non vogliono accettare l'evidenza che le azioni umane possano perturbare il corso della natura».

Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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