Mense, pass obbligatorio in Regione Veneto. Nelle aziende incertezza sull'asporto

Martedì 17 Agosto 2021 di Angela Pederiva
Mense, pass obbligatorio in Regione Veneto. Nelle aziende incertezza sull'asporto
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VENEZIA Per una volta a Nordest il pubblico è stato più rapido del privato.

Alla riapertura del Consiglio regionale dopo la pausa di Ferragosto, ieri a Venezia è scattato l'obbligo del Green pass per la buvette dei politici e la mensa dei dipendenti. Invece nel mondo delle aziende il dibattito è ancora aperto, con polemiche che il chiarimento di Palazzo Chigi non ha affatto stemperato, ma ha anzi rinfocolato ponendo il problema dell'ingresso per l'asporto da parte dei lavoratori sprovvisti della certificazione verde.


DOMANDA E RISPOSTA

Alla vigilia di Ferragosto, il Governo aveva fatto propria la domanda di molti: «Per la consumazione al tavolo nelle mense aziendali o in tutti i locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti pubblici e privati è necessario esibire la certificazione verde Covid-19? ». Risposta: «Sì, per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde Covid-19, analogamente a quanto avviene nei ristoranti. A tal fine, i gestori dei predetti servizi sono tenuti a verificare le certificazioni verdi Covid-19 con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 giugno 2021». 


A PALAZZO

Anche alla luce di questa precisazione, a Palazzo Ferro Fini è stata introdotta «con decorrenza immediata» la disposizione del segretario generale Roberto Valente. Infatti ora i consiglieri e il personale «per la consumazione al tavolo possono accedere ai locali adibiti alla somministrazione dei servizi di ristorazione (buvette/mensa) solo se muniti di certificazione verde Covid-19, analogamente a quanto avviene nei ristoranti». La novità è stata comunicata anche alla ditta Ristosystem, che gestisce il servizio, affinché possa «verificare le certificazioni verdi Covid-19 secondo le modalità indicate nella relativa vigente normativa».


L'OPZIONE

Per quanti frequentano l'assemblea legislativa, dunque, sono escluse soluzioni come quella decisa dall'azienda Clivet di Feltre, che ha previsto due aree distinte per gli addetti dotati del lasciapassare e per quelli che non ce l'hanno. «Penso potrebbe essere un'opzione interessante introdurre l'uso dell'asporto anche nelle mense aziendali», propone il governatore Luca Zaia. Ma la possibilità è in dubbio secondo Skatenati, il collettivo degli operai di Electrolux a Susegana: «Per come è scritto il testo, pare non si possa neanche accedere ai locali della mensa senza il Green pass, neppure per l'asporto dei sacchetti pasto, a riscaldare i cibi con i microonde o prendere il pasto dal self per consumarlo in aree attrezzate esterne. La disposizione interpretativa richiede quindi altri chiarimenti».


LA DISCRIMINAZIONE

A sollecitarli è pure la Uilm Uil di Trieste e Gorizia, riferendo di aver visto lavoratori «costretti a consumare il pasto sui marciapiedi, sotto al sole», tanto da chiedere al Governo «di assumersi la responsabilità nel legiferare in maniera chiara e risolutiva, senza circolari interpretative che rischiano unicamente di generare il caos tra i lavoratori e di scatenare la guerra tra poveri». La posizione è condivisa anche da Antonio Silvestri, segretario della Fiom Cgil del Veneto, in linea con i colleghi Nicola Panarella della Fim Cisl e Giancarlo Biasin della Uilm Uil: «Non possiamo accettare una discriminazione tra lavoratori di serie A e B. Da un anno e mezzo applichiamo linee guida che prevedono la turnazione, le distanze, il plexiglas, tutte misure che rendono le mense aziendali molto più sicure dei ristoranti. Con altrettanta chiarezza ribadiamo comunque l'importanza della vaccinazione quale strumento di difesa della propria e altrui salute».
 

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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