Carenza di medici, il Veneto fa da sé: 400 tra specializzandi e dottori di base da assumere

Giovedì 20 Dicembre 2018
Carenza di medici, il Veneto fa da sé: 400 tra specializzandi e dottori di base da assumere
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In attesa che il Governo gli dia l'autonomia su 23 materie (il Consiglio dei ministri è nuovamente slittato: da oggi a domani), il Veneto prova a prendersela del tutto nel settore che è già il suo vanto. Con un voto a sorpresa e all'unanimità, ieri pomeriggio l'assemblea legislativa di Palazzo Ferro Fini ha varato un pacchetto di provvedimenti che puntano a tamponare l'emorragia dei camici bianchi, come l'assunzione a tempo determinato degli specializzandi negli ospedali e l'ingaggio dei medici di base per trattare i casi meno gravi in Pronto Soccorso, per una stima di 400 addetti. «Emendamenti provocatori», li ha definiti Palazzo Balbi aspettandosi già  un ricorso alla Corte Costituzionale, ma tant'è: per ora l'inaspettata mossa è legge, visto che in serata il Piano socio sanitario regionale di cui fa parte è stato approvato con 26 favorevoli, 10 contrari e 1 astenuto.
L'EMERGENZALe aggiunte al testo sono state proposte dalla zaiana Sonia Brescacin, evidentemente con il mandato politico dell'assessore al Sociale (e in pectore alla Sanità) Manuela Lanzarin e la copertura tecnica del direttore generale Domenico Mantoan, che al microfono non ha nascosto la spregiudicatezza della decisione: «Abbiamo introdotto due o tre concetti nuovi, anche forzati». Il rischio è di un'impugnazione per invasione della competenza statale, ma questa volta l'opposizione c'è stata, nella consapevolezza della drammaticità dei numeri, così riassunti in aula dalla promotrice: «Per il prossimo triennio è stimato un fabbisogno annuo di 564 specialisti. Ma a causa della cattiva programmazione ministeriale, nel giro cinque anni il Veneto si ritroverà con 2.000 medici in meno. Già oggi, a fronte di una dotazione organica di 8.850 unità, in servizio ne mancano 300. Finora la Regione ha garantito 90 borse di specializzazione aggiuntive, ma quel cammino richiede anni, mentre serve una soluzione immediata».
LE MISUREEcco allora le quattro misure. La prima: attivazione di percorsi di formazione specialistica alternativi a quelli ministeriali, tramite l'assunzione di neo-laureati in Medicina con contratto a termine di durata pari a quella del corso di specializzazione. Per il 30% del tempo gli specializzandi seguiranno la teoria all'Università, mentre per il restante 70% faranno pratica in corsia, affiancati da tutor. A differenza degli attuali borsisti, i previsti 200 assunti avranno stipendio e contributi, dopodiché alla scadenza parteciperanno al concorso con una ragionevole certezza di essere stabilizzati..
La seconda: le aziende sanitarie potranno assumere indicativamente 200 medici di medicina generale, per lo svolgimento dei servizi di emergenza e urgenza (ma solo per i codici bianchi e verdi) e delle guardie notturne e festive negli ospedali (con il supporto però di specialisti in reperibilità integrativa). 
La terza: le Ulss potranno firmare contratti di lavoro autonomo, in modo da garantire l'erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza quando è impossibile il reclutamento di personale dipendente o convenzionato. Sempre in tema, è stato anche approvato a maggioranza un ordine del giorno che invita la Giunta ad attivarsi per sollecitare l'innalzamento dell'età pensionistica per i camici bianchi disponibili a lavorare anche dopo i 65 anni.
La quarta: incentivi a trasferirsi nelle sedi particolarmente disagiate, come ad esempio i nosocomi di montagna. Al riguardo va detto che è stato approvato un emendamento del dem Graziano Azzalin per cui viene riconosciuta la specificità dei territori montani e lagunari.
SUPER-AMBULATORI E TICKETMeno apprezzata dalle minoranze è stata invece la soluzione individuata per far uscire dallo stallo le medicine di gruppo integrate, finora solo 70 su una previsione di 350. Nel giro di tre anni la Regione conta di completare le attivazioni, togliendo l'aggettivo integrate che potrebbe riaccendere le perplessità della Corte dei Conti e promettendo di mantenere le 12 ore di apertura quotidiana e la presenza di infermieri e amministrativi, ma con una significativa novità. Proprio per ridurre del 20% i costi, non solo il personale di supporto sarà assunto dalla Regione, ma gli stessi medici potranno essere di tre categorie: convenzionati come succede adesso (e allora avranno un contratto di servizio), dipendenti della Regione (con un contratto di lavoro) o accreditati con l'ente pubblico (in base ad un accordo contrattuale rinnovabile ogni tre anni). Nessuna novità invece per il superticket statale, che in particolare Stefano Fracasso (Pd) e Piero Ruzzante (Leu) hanno chiesto invano di cancellare, magari sostituendolo con un'addizionale per i redditi alti. Ma nella narrazione zaiana, la Regione dev'essere taxfree. E per fare come l'Emilia Romagna, che in vista delle elezioni ha neutralizzato il balzello attingendo al proprio bilancio, il Veneto dovrebbe prelevare 200 milioni: troppi, al tempo della Pedemontana.
Angela Pederiva
Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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