I rappresentanti dei medici chiedono un incontro a Zaia: «Ci ascolti»

Lunedì 19 Agosto 2019
Giovanni Leoni, presidente dell'Ordine dei medici di Venezia
1
VENEZIA - I rappresentanti dei medici fanno fronte comune contro le delibere della Regione sull'assunzione dei 500 specializzandi. I portavoce dei camici bianchi «apprendono con stupore» l'emanazione dei provvedimenti «senza contattare l'Università di Padova e di Verona» e per questo chiedono un incontro con il governatore Luca Zaia. Lo si legge nelle parti comuni di due note, firmate l'una dai presidenti dei sette Ordini provinciali (Umberto Rossa per Belluno, Francesco Noce per Rovigo, Luigino Guarini per Treviso, Paolo Simioni per Padova, Giovanni Leoni per Venezia, Carlo Rugiu per Verona e Michele Valente per Vicenza) e l'altra dai sindacati (Anaao, Aaroi, Anpo, Cimo, Fassid, Fesmed, Fp Cgil, Fp Cgil Medici e Fvm). I testi approvati dalla Giunta prevedono che i giovani laureati e abilitati siano inseriti in Pronto Soccorso (380) e in Medicina Internistica (120), dove completeranno la formazione e intanto tamponeranno le carenze di organico.

 
«A carenze straordinarie, cioè fuori dalla realtà ordinaria, servono interventi straordinari concedono gli esponenti della categoria ma questo non giustifica la messa in discussione dei canali formativi istituzionali e la drastica riduzione del tempo di studio a vantaggio di un orario assistenziale di qualità ridotta, con medici la cui tutela assicurativa è tutta da inventare visto che la loro posizione non è attualmente contemplata, nel massimo storico del contenzioso medico legale». Tuonano in particolare gli Ordini: «Siamo contro un invio allo sbaraglio di una manodopera professionale a basso costo». Rincarano poi i sindacati: «Il problema centrale è l'abbassamento della qualità dell'assistenza al cittadino in un Sistema sanitario regionale che ha retto grazie alla buona volontà degli operatori, a migliaia di ore straordinarie, a mancati recuperi e pacchetti prestazionali aggiuntivi, ambulatori aperti di notte ed al sabato con stipendi non confrontabili rispetto alla realtà europea».
LE RESPONSABILITÀ
Al momento da Palazzo Balbi non arrivano segnali, le misure restano confermate come tamponi all'emorragia di personale, che attualmente vede la mancanza di 1.300 medici. I presidenti degli Ordini però insistono: «Se il Pronto Soccorso è la porta d'ingresso di un ospedale, i reparti di Medicina e di Geriatria sono da sempre quelli deputati ai ricoveri in urgenza, reparti a cui serve la guida di un medico esperto perché le sue responsabilità sulla vita e la morte dei pazienti sono gravi ed immediate. La delibera di Ferragosto vuole contribuire a risolvere il problema, una delibera rivoluzionaria per la quale è stato dichiarato un lavoro preparatorio di mesi senza che ci sia mai stato il tempo per un confronto fra la Regione Veneto e le rappresentanze della professione». Concludono i sindacati: «La Regione non si stupisca se poi qualcuno manifesta delle perplessità o si rivolge ai propri legali per l'analisi dei suoi contenuti».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 13:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci