Laureati in corsia, il piano per formare i 320 dottori destinati al Pronto Soccorso

Venerdì 23 Agosto 2019 di Angela Pederiva
Laureati in corsia, il piano per formare i 320 dottori destinati al Pronto Soccorso
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I tempi di attuazione delle delibere dipenderanno dalla natura del ricorso annunciato da Anaao-Assomed. Ma in attesa di capire se l'impugnazione conterrà o meno una richiesta di sospensiva dell'efficacia del provvedimento, comincia a prendere forma il piano della Regione per la formazione dei 500 laureati, che saranno assunti negli ospedali del Veneto. In particolare è già stato definito il programma destinato ai 320 destinati al Pronto Soccorso: un mese di teoria e altri due di pratica, dopodiché i giovani (ma non necessariamente: potranno essere anche medici di base attualmente liberi da convenzioni) dovranno occuparsi solo dei codici bianchi e verdi, cioè dei casi più lievi che costituiscono circa il 90% degli accessi complessivi, non dei gialli e rossi.
 
LA PUBBLICAZIONEÈ attesa per martedì prossimo la pubblicazione sul Bur dei due testi, trasmessi dall'assessorato alla Sanità ai carabinieri del Nas di Padova, che di propria iniziativa ne hanno chiesto e ottenuto copia alla luce dell'eco mediatica suscitata dalla vicenda. Sui provvedimenti pende l'annunciata azione giudiziaria promossa dal sindacato, che in parallelo a un esposto alla Corte dei Conti sul profilo contabile degli atti, ha spiegato di voler chiedere al Tribunale di accertarne la legittimità sul piano amministrativo. La decorrenza della loro effettiva esecutività dipenderà dal contenuto del ricorso: un conto è se venisse chiesta e soprattutto concessa la sospensiva, un altro è se questo non avvenisse e se dunque la macchina continuasse ad andare avanti. In ogni caso il motore sta già girando.
EMERGENZE E URGENZEIl percorso formativo dedicato al Pronto Soccorso è stato messo a punto dal Coordinamento regionale emergenza e urgenza (Creu). Il gruppo di lavoro ha stabilito che i laureati e abilitati seguano 92 ore di lezioni in aula e altri due mesi di tirocinio all'interno dell'unità operativa, a fianco di colleghi esperti, ma occupandosi solo dei casi classificati nel triage come verdi (urgenze minori, come traumi o fratture che non interessano le funzioni vitali, ma necessitano comunque di cure) o bianchi (nessuna urgenza, per cui basterebbe andare dal medico di famiglia). Il ragionamento di Palazzo Balbi è stato appunto questo: se di quei sintomi potrebbe occuparsi un dottore in Medicina Generale, perché non permettere di farlo a un collega laureato in Medicina e Chirurgia e abilitato alla professione? Peraltro sul Canal Grande immaginano che, alla fine, lo faranno sia gli uni che gli altri: ad aderire all'avviso che sarà pubblicato entro il 15 settembre (ricorso permettendo), infatti, potrebbero essere non solo giovani neo-laureati, ma anche una parte degli 800 medici di base che non sono convenzionati con le Ulss e che al momento lavorano nelle cliniche private piuttosto che nelle strutture turistiche. Per tutti il contratto sarà di libera professione. Per quanto riguarda la Medicina e la Geriatria, invece, il programma sarà elaborato dal comitato scientifico della Scuola di Sanità Pubblica, Fondazione di cui Santo Davide Ferrara è presidente e Domenico Mantoan è vice.
IL PERCORSOSecondo sussurri di Palazzo, inizialmente sarebbe stato previsto un percorso più lungo. Dopo essere stati ingaggiati con questa modalità provvisoria, i 500 medici si sarebbero successivamente specializzati attraverso contratti di formazione e lavoro regionalizzati. Ma la trattativa sull'autonomia si è impantanata e il Governo gialloverde è caduto. E così per Ferragosto al governatore Luca Zaia non sarebbe rimasto altro che sparare il fuoco d'artificio dell'assunzione diretta.
Angela Pederiva
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