Fiducia record nei medici di famiglia: sono affidabili per il 94% degli intervistati

Lunedì 13 Febbraio 2017 di Natascia Porcellato
Fiducia record nei medici di famiglia: sono affidabili per il 94% degli intervistati
Secondo lo scrittore George Bernard Shaw “la maggior parte delle persone nasce con l’aiuto del medico e muore allo stesso modo”. Nel mezzo, però, c’è uno slalom di appuntamenti e code, prenotazioni ed esami che non sembrano scalfire la granitica stima nella categoria, in particolare nel proprio medico di base. Secondo i dati analizzati da Demos per l’Osservatorio sul Nordest del Gazzettino, infatti, il 52% degli intervistati dichiara di provare molta fiducia nel proprio medico di famiglia, mentre il 42% ne dichiara abbastanza: residuale, infatti, appare la percentuale che lo guarda con sospetto (6%).
Il sostegno più convinto proviene dalle persone con meno di 25 anni (63%), da quanti hanno tra i 25 e i 44 anni (56%), dagli adulti tra i 55 e i 64 anni (58%), da quanti vivono in comuni con meno di 15mila abitanti (57%) oltre che da liberi professionisti (56%), studenti e disoccupati (entrambi 66%).
A questi possiamo affiancare coloro che mostrano un orientamento più tiepido, ma sempre positivo: in questo caso, ritroviamo una quota superiore alla media di persone di età centrale (45-54 anni, 51%), degli anziani (50%), di quanti sono in possesso della licenza media (48%), di quanti vivono in realtà urbane più grandi (47-48%) e di operai (53%).
Maggiori dubbi, invece, provengono da imprenditori e casalinghe, ma sottolineiamo che anche in queste due categorie la percentuale di critica rimane molto contenuta, compresa tra l’11 e il 12%.
La fiducia, dunque, è riposta in maniera massiccia nel proprio medico di famiglia. Spesso, però, la categoria è oggetto di polemiche per le modalità di accesso dei pazienti. Dai dati di Demos, emerge come le diverse modalità costruiscono una realtà particolarmente eterogenea in cui non sembra essere dominante un particolare modello. Il 34% degli intervistati, infatti, ha dichiarato che il proprio medico di base riceve sempre ad accesso libero, mentre, all’opposto, è il 35% a prevedere sempre gli appuntamenti. Una soluzione mista, che prevede sia giornate ad accesso libero che momenti di visite programmate, interessa il 29% dei nordestini. 
Al di là di quella che vivono, quale modalità preferirebbero i pazienti? Le percentuali non indicano in modo chiaro una modalità di accesso favorita. Il 39% sceglierebbe una organizzazione che lasci totale libertà ai pazienti, ma una quota sostanzialmente analoga (37%) privilegerebbe una organizzazione totalmente basata sugli appuntamenti. Poco meno di un intervistato su quattro (24%), invece, indica nella modalità mista, che prevede momenti liberi e altri su prenotazione, quella maggiormente gradita.
Interessante, infine, è considerare la relazione tra desideri e realtà. Appare evidente come, spesso, questi coincidano già. Tra chi ha un medico di base che riceve solo su appuntamento, il 62% sceglie come preferita proprio questa modalità, mentre il 17% vorrebbe un accesso totalmente libero e il 21% preferirebbe un sistema misto. Anche la stragrande maggioranza di quanti possono andare liberamente dal proprio medico prediligono proprio questo tipo di organizzazione oraria (72%), mentre il 14% auspica una modalità mista e il 15% preferirebbe un accesso esclusivamente programmato. Curiosamente, i meno convinti del proprio sistema sono quelli che vivono la modalità mista. La percentuale di chi la conferma come prediletta, infatti, si ferma al 40%, mentre il 28% preferirebbe poter accedere al proprio medico di famiglia in modo totalmente libero e il 31% vorrebbe un’organizzazione basata sugli appuntamenti.
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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