VENEZIA - Sono in arrivo 530 nuovi dottori di base, nel Veneto che in primavera segnalava 669 posti vacanti. Siccome nel frattempo sono continuati pensionamenti e dimissioni, ha registrato un certo entusiasmo ieri a Mestre l'avvio del ventesimo corso di formazione per i medici di medicina generale, organizzato dalla Scuola di sanità pubblica nel padiglione Rama all'ospedale dell'Angelo.
Il punto
A fare il punto della situazione è stata l'assessore regionale Manuela Lanzarin, rivolgendo il proprio «in bocca al lupo» ai partecipanti che si mettono in gioco «per un percorso di formazione professionale, ma anche per un cammino umano molto stimolante», ha aggiunto. «Per questi 100 che partono oggi ha sottolineato la leghista altri 100 del corso precedente si sono appena diplomati e, contando gli ultimi 3 corsi, stiamo per avere altri 530 futuri medici di medicina generale. Sulla medicina territoriale stiamo mettendo tanta attenzione per affrontare la sfida del futuro, legata all'aumento dell'età dei pazienti, alle cronicità, all'integrazione tra ospedale e territorio. Un gran lavoro si sta anche facendo per la messa a terra della normativa nazionale del decreto ministeriale 77, per le Case di comunità, gli Ospedali di comunità, l'assistenza domiciliare, perché puntiamo a curare le persone il più vicino possibile a casa». I nuovi corsisti provengono da tutte le province venete: 2 da Belluno, 24 da Padova, 3 da Rovigo, 19 da Treviso, 13 da Venezia, 14 da Vicenza e 23 da Verona. Numeri importanti, anche se tuttora insufficienti per coprire tutti i buchi, ha riconosciuto l'assessore alla Sanità, annunciando una serie di misure mirate a incentivare una professione poco appetita: «Abbiamo in itinere una riorganizzazione che vede i medici di medicina generale in contesti organizzati, per agevolare anche la parte amministrativa, che oggi è pesante. Sul territorio ci sono ancora molte zone carenti, prive di un medico, ma l'organizzazione su cui stiamo lavorando può fare la differenza, permettendo ai medici di operare insieme, condividere i contesti e le professionalità, di avere anche strumentazioni, il che sostiene il loro lavoro ma aiuta anche a essere più vicini all'utente finale e avere più tempo per assisterlo».
Le borse
La maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale ha invece bocciato l'emendamento del Partito Democratico, presentato durante la maratona contabile di fine anno, che proponeva di finanziare con 1,5 milioni l'aumento dell'importo dei compensi per i corsisti: è stato approvato solo un ordine del giorno. «I medici in formazione ricevono una borsa di studio ha spiegato la dem Anna Maria Bigon che vale poco più della metà di quella riconosciuta agli specializzandi di altre discipline. Inoltre, continuo a chiedere con forza alla Giunta di sostenere il mio progetto di legge che mira a rendere Medicina generale una specialità universitaria al pari delle altre, così da garantire una formazione di qualità e rafforzare la figura del medico di famiglia, pilastro della sanità territoriale».