Bitonci punge Zaia (e i sindaci): «Chi ci ha chiesto di andare al governo?». Marcato: «Giù le mani dal governatore»

Domenica 2 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Massimo Bitonci a sin e Luca Zaia
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VENEZIA - Il filone è quello inaugurato da Riccardo Molinari, il capogruppo della Lega alla Camera ora in predicato di diventare presidente di Montecitorio: esonerare il segretario del Carroccio Matteo Salvini da qualsiasi responsabilità in ordine alla batosta elettorale e incolpare semmai i governatori. Ma anche i sindaci. Una narrazione già finita sotto i riflettori (se ne è parlato anche a Propaganda Live su La7, che ha dato rilievo al presunto ordine di Salvini di attaccare sul web Giorgetti, Zaia e Fedriga) e che ora pare venire declinata a livello locale. In Veneto ci ha provato il deputato padovano Massimo Bitonci, solo che due suoi conterranei, Roberto Marcato e Fabrizio Boron, gli hanno risposto per le rime, facendo così il paio con la piccata replica che il capogruppo in Regione Alberto Villanova aveva dato proprio a Molinari.
Cos'ha detto Bitonci? In una intervista a Rete Veneta, il rieletto parlamentare della Lega ha prima di tutto chiamato in causa i sindaci: «Si è vista la differenza nei Comuni dove i sindaci hanno fatto campagna elettorale e hanno lavorato e quelli no». Poi, parlando dell'azione di Governo ha indicato la sanità tra i temi che avrebbero provocato alla Lega la perdita di consensi («Mancano i medici condotti, dobbiamo chiederci cosa non funziona»), di fatto quindi chiamando in causa palazzo Balbi, trattandosi di una competenza regionale. E infine l'accusa al governatore Luca Zaia, ritenendo che aver fatto parte del Governo Draghi abbia fatto perdere voti (tesi peraltro smentita dall'ultimo sondaggio Pagnoncelli): «Chi è che ci ha chiesto di entrare al Governo? Certamente non io - ha detto Bitonci -, ce l'hanno chiesto i governatori e il popolo delle Partite Iva, anche Confindustria.

Insomma, bisogna un po' ragionarci sopra».


LE REPLICHE
Un invito che l'assessore regionale Roberto Marcato coglie al volo: «Delle due l'una. O Salvini è il segretario della Lega e quindi decide, oppure il partito è in mano ai governatori e allora non si capisce a cosa serva il segretario. Una favoletta, questa secondo cui Salvini è entrato nel Governo perché costretto da tre governatori». Marcato si toglie anche un sassolino: «Mi fa specie che uno degli anfitrioni che sostiene che non bisogna andare in televisione, vada in televisione a polemizzare con il presidente della Regione. Se Marcato polemizza in tv non va bene, Bitonci invece sì?».
Il consigliere regionale leghista Fabrizio Boron si schiera al fianco dei sindaci: «È incredibile che si tenti di addossare la colpa agli amministratori locali, è irrispettoso anche nei confronti di militanti e sostenitori. E allora perché non parliamo anche di Cittadella, da dove arriva Bitonci? Semmai il mea culpa andrebbe fatto a Padova dove le Amministrative sono andate così bene che il candidato sindaco scelto proprio da Bitonci lo scorso giugno ha perso con 25 punti di distacco». E che dire dell'autonomia? «Con i 5 Stelle o con un Governo così era difficile portare a casa l'autonomia», ha detto Bitonci. Al che Boron gli rinfaccia le decisioni assunte la scorsa primavera: «Ad aprile 2022 siete riusciti ad approvare Roma Capitale e in quattro anni e mezzo, di cui metà al Governo, nulla per il Veneto, però adesso il problema è dei sindaci e dei governatori? Sì, sì, ragioniamoci sopra».


I CONGRESSI
Un tema che rischia di lacerare ulteriormente i rapporti nella Lega è il congresso regionale, ammesso ovviamente che davvero si faccia entro gennaio. «Io vedo quando credo - ironizza Boron -. Però sia chiaro che i congressi non sono una magnanima concessione, bensì un obbligo statutario. Ma non si pensi di farli tirando su militanti all'ultimo momento, la base elettorale deve essere quella antecedente al 2021».

 

Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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