VENEZIA - Il filone è quello inaugurato da Riccardo Molinari, il capogruppo della Lega alla Camera ora in predicato di diventare presidente di Montecitorio: esonerare il segretario del Carroccio Matteo Salvini da qualsiasi responsabilità in ordine alla batosta elettorale e incolpare semmai i governatori. Ma anche i sindaci. Una narrazione già finita sotto i riflettori (se ne è parlato anche a Propaganda Live su La7, che ha dato rilievo al presunto ordine di Salvini di attaccare sul web Giorgetti, Zaia e Fedriga) e che ora pare venire declinata a livello locale. In Veneto ci ha provato il deputato padovano Massimo Bitonci, solo che due suoi conterranei, Roberto Marcato e Fabrizio Boron, gli hanno risposto per le rime, facendo così il paio con la piccata replica che il capogruppo in Regione Alberto Villanova aveva dato proprio a Molinari.
Cos'ha detto Bitonci? In una intervista a Rete Veneta, il rieletto parlamentare della Lega ha prima di tutto chiamato in causa i sindaci: «Si è vista la differenza nei Comuni dove i sindaci hanno fatto campagna elettorale e hanno lavorato e quelli no». Poi, parlando dell'azione di Governo ha indicato la sanità tra i temi che avrebbero provocato alla Lega la perdita di consensi («Mancano i medici condotti, dobbiamo chiederci cosa non funziona»), di fatto quindi chiamando in causa palazzo Balbi, trattandosi di una competenza regionale. E infine l'accusa al governatore Luca Zaia, ritenendo che aver fatto parte del Governo Draghi abbia fatto perdere voti (tesi peraltro smentita dall'ultimo sondaggio Pagnoncelli): «Chi è che ci ha chiesto di entrare al Governo? Certamente non io - ha detto Bitonci -, ce l'hanno chiesto i governatori e il popolo delle Partite Iva, anche Confindustria.
LE REPLICHE
Un invito che l'assessore regionale Roberto Marcato coglie al volo: «Delle due l'una. O Salvini è il segretario della Lega e quindi decide, oppure il partito è in mano ai governatori e allora non si capisce a cosa serva il segretario. Una favoletta, questa secondo cui Salvini è entrato nel Governo perché costretto da tre governatori». Marcato si toglie anche un sassolino: «Mi fa specie che uno degli anfitrioni che sostiene che non bisogna andare in televisione, vada in televisione a polemizzare con il presidente della Regione. Se Marcato polemizza in tv non va bene, Bitonci invece sì?».
Il consigliere regionale leghista Fabrizio Boron si schiera al fianco dei sindaci: «È incredibile che si tenti di addossare la colpa agli amministratori locali, è irrispettoso anche nei confronti di militanti e sostenitori. E allora perché non parliamo anche di Cittadella, da dove arriva Bitonci? Semmai il mea culpa andrebbe fatto a Padova dove le Amministrative sono andate così bene che il candidato sindaco scelto proprio da Bitonci lo scorso giugno ha perso con 25 punti di distacco». E che dire dell'autonomia? «Con i 5 Stelle o con un Governo così era difficile portare a casa l'autonomia», ha detto Bitonci. Al che Boron gli rinfaccia le decisioni assunte la scorsa primavera: «Ad aprile 2022 siete riusciti ad approvare Roma Capitale e in quattro anni e mezzo, di cui metà al Governo, nulla per il Veneto, però adesso il problema è dei sindaci e dei governatori? Sì, sì, ragioniamoci sopra».
I CONGRESSI
Un tema che rischia di lacerare ulteriormente i rapporti nella Lega è il congresso regionale, ammesso ovviamente che davvero si faccia entro gennaio. «Io vedo quando credo - ironizza Boron -. Però sia chiaro che i congressi non sono una magnanima concessione, bensì un obbligo statutario. Ma non si pensi di farli tirando su militanti all'ultimo momento, la base elettorale deve essere quella antecedente al 2021».