Mascherine negli ospedali, il Veneto rimane prudente: ecco dove resta l'obbligo

Da oggi le regole: il ministero impone l’uso in Rsa e situazioni con pazienti fragili. Dispositivi ovunque all'Azienda ospedaliera di Padova e all'Ulss 2 Marca Trevigiana

Lunedì 1 Maggio 2023 di Angela Pederiva
Mascherine negli ospedali, il Veneto rimane prudente: ecco dove resta l'obbligo

VENEZIA - Oggi è il 1° maggio, giorno in cui scattano le nuove regole sulle misure anti-Covid. A livello nazionale il ministero della Salute ha deciso un allentamento della stretta, sostanzialmente confermando fino al 31 dicembre l’utilizzo delle mascherine nelle strutture sociosanitarie e negli ambiti ospedalieri dove sono ricoverati soggetti fragili e anziani, ma lasciando alle direzioni sanitarie dei singoli territori la decisione sugli altri reparti. Ebbene in Veneto sembra profilarsi la linea della massima prudenza: dopo una fase di incertezza dovuta all’attesa di indicazioni superiori nel lungo weekend del ponte, l’azienda ospedaliera di Padova ha prescritto l’obbligo praticamente dappertutto e pure il mantenimento dei tamponi prima dei ricoveri, così come l’Ulss 2 Marca Trevigiana ha prorogato l’uso dei dispositivi.

LA CIRCOLARE

A metà della settimana scorsa erano emerse le indiscrezioni sull’alleggerimento delle regole da parte del Governo, in vista della scadenza delle norme vigenti fissata per il 30 aprile.

Venerdì mattina però non era ancora stato emanato alcun provvedimento, sicché la Regione ha diramato una circolare interlocutoria. Ha scritto infatti Francesca Russo, direttore della Prevenzione, a tutti i dg: «In attesa di indicazioni del Ministero della Salute, si raccomanda di prorogare l’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie aeree con le modalità attualmente in essere in tutte le Strutture Sanitarie e Socio-sanitarie, in particolare in tutti gli ambienti in cui sono presenti soggetti con particolari condizioni di fragilità. Eventuali nuove raccomandazioni saranno trasmesse con successive comunicazioni non appena disponibili».

L’ORDINANZA

Eccole: all’ora di pranzo il ministro Orazio Schillaci ha firmato l’ordinanza, che ha sancito l’obbligo in capo «ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori» delle strutture sanitarie all’interno dei reparti «che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura», nonché a quelli «delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti». Quanto agli altri reparti e alle sale di attesa, è stata concessa discrezionalità di scelta ai direttori sanitari, «che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria».

NELLE PROVINCE

Così lo stesso 28 aprile Michele Tessarin, nell’azienda ospedaliera di Padova, ha aggiornato le disposizioni appena ricevute dalla Regione, stabilendo che «è fatto obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie a tutti gli operatori, gli utenti e i visitatori all’interno di tutti i reparti di degenza, Pronto Soccorso e all’interno degli ambulatori». Non solo: anche negli altri spazi ospedalieri, la mascherina deve essere utilizzata «in ogni contesto qualora in presenza di sintomatologia respiratoria». Al policlinico universitario, inoltre, «in relazione ai tamponi diagnostici resta l’obbligo della loro esecuzione in caso di ricovero urgente o programmato e in tutti i casi in cui, a giudizio del medico curante, sia necessario effettuarli per diagnosi differenziale o a scopo di tracciamento e sorveglianza», anche se l’ordinanza ministeriale parla dei test solo per l’accesso al Pronto soccorso, peraltro a discrezione «delle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali», in quanto non sussiste obbligo a livello normativo dal 31 ottobre 2022». E nelle altre province? Dopo l’attesa iniziale, ieri l’obbligo dei dispositivi è stato ribadito dappertutto dall’Ulss 2 Marca Trevigiana, mentre nell’Ulss 3 Serenissima i dipendenti erano in attesa di comunicazioni. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta saranno invece liberi di definire le regole nei propri ambulatori. 

Ultimo aggiornamento: 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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